Un’esplosione violenta, una distesa di macerie, un odore acceso di metano, tre morti. Alle 4 del mattino Gorizia è stata svegliata prima da un boato e poi dal crollo di una palazzina in viale XX settembre, forse provocati da una fuga di gas. Sul posto sono intervenute unità dei vigili del Fuoco provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia e il viale è stato chiuso integralmente al traffico. «All’inizio – dicono i testimoni – abbiamo pensato a un terremoto, poi le sirene ci hanno fatto capire che cosa era accaduto».

Le vittime –  I primi soccorritori si sono trovati di fronte uno spettacolo terribile: al posto del palazzo solo detriti e nessun segno di vita. Le vittime, una coppia e un uomo disabile, sono state trovate grazie alle unità cinofile. I primi due cadaveri, un uomo di origine slovena e sua moglie, erano distesi sul letto al piano superiore. Il corpo senza vita della terza persona è stato trovato intorno alle 8 al piano terra. Vuoto, invece, il terzo appartamento della costruzione. Danneggiati il palazzo adiacente e alcune autovetture parcheggiate, tra cui anche quella di proprietà della coppia, che è servita all’identificazione delle due vittime.

La dinamica e le reazioni – I periti dei vigili del fuoco stanno indagando sulle cause del crollo che potrebbe essere legato a una fuga di gas. Molti testimoni hanno detto di aver sentito un forte odore di gas appena arrivati sul luogo della tragedia. Secondo una prima ricostruzione della dinamica, l’esplosione ha disintegrato un solaio che ha poi provocato il crollo dell’intero palazzo intrappolando le tre vittime. Per il vicesindaco di Gorizia Stefano Ceretta, però, sono esclusi malfunzionamenti della rete pubblica. «In quella strada non c’erano lavori. Bisogna accertare le cause dello scoppio. Al momento – aggiunge – sono stati fatti controlli sulla rete che non hanno dato esito di eventuali disfunzioni: si teme che la causa possa essere legata a un problema relativo all’impianto della casa». «Inaccettabile che le persone muoiano ancora oggi per fatti di questo tipo», il commento del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che ha sospeso ogni attività dell’aula del Consiglio regionale e osservato un minuto di silenzio.