Prima la lite. Poi un colpo di fucile in faccia alla compagna. È finita così, nella notte tra sabato 18 e domenica 19 aprile, a Truccazzano, nel Milanese, una relazione già in crisi esasperata dalla quarantena forzata.

La vittima –  Alessandra Cità, 47 anni, siciliana di origine e tranviera dell’Atm dopo la partenza del lockdown, aveva deciso di ospitare nella sua villetta il compagno Antonio Vena, anche lui di 47 anni, originario di Gangi (Palermo) e guardia venatoria a Bressanone, con cui aveva una storia a distanza dal 2012. Nonostante avesse deciso di lasciarlo, nonostante lo avesse già denunciato, accoglie l’uomo, mettendo però le cose in chiaro: il loro rapporto è arrivato al capolinea, bisogna chiudere. Ma lui non lo accetta.

La dinamica – I due cenano, sembrano sereni, Alessandra scambia messaggi con i colleghi in chat. È tranquilla, nulla lascia presagire quello che accadrà a breve. Poi, scoppia la lite. Il diverbio degenera. Vena insiste, ma la compagna rimane ferma nella decisione di lasciarlo. Lui imbraccia il fucile a pompa calibro 12, che la donna deteneva regolarmente per uso sportivo, e le esplode un solo colpo, in faccia. Alessandra, il volto sfigurato, si accascia sul letto e muore sul colpo. Vena si veste, va alla caserma dei Carabinieri di Cassano d’Adda e alle due di notte confessa, raccontando con precisione l’intera serata. «Voleva lasciarmi, l’ho ammazzata», ha detto, tra le lacrime, nell’interrogatorio durato oltre quattro ore e mezza davanti al pm di turno di Milano Giovanni Tarzia. I carabinieri si precipitano nell’abitazione e trovano tutto esattamente come lui lo ha descritto. La casa in ordine, tranne la camera, il cadavere nascosto fra i cuscini del letto, il viso irriconoscibile e l’arma a terra.

Convivenza forzata – L’omicidio di Truccazzano è il terzo in Lombardia dall’inizio del lockdown. La convivenza forzata esaspera relazioni già in bilico, costringendo sotto lo stesso tetto le vittime e i loro futuri carnefici. Le possibilità di chiedere aiuto o di scappare si riducono drasticamente. E il copione si ripete. Lei lo vuole lasciare, si ribella, lui non ci sta e la uccide. Gli altri casi sono avvenuti nel Varesotto, a Carnago, e di nuovo nell’hinterland di Milano, a Rho. Nell’ultimo, il delitto di Truccazzano, l’omicida si è costituito, mentre gli altri assassini si sono tolti la vita subito dopo aver ucciso le donne che dicevano di amare.