Associazione a delinquere segreta, reati contro la Pubblica Amministrazione e contro l’amministrazione della Giustizia. Questi sono solo alcuni tra i capi d’imputazione attribuiti alle 27 persone arrestate questa mattina a Castelvetrano, nel trapanese. Nel paese del boss latitante Matteo Messina Denaro, in molti conoscono i nomi dei sospetti: Felice Errante Jr, ex sindaco di Castelvetrano, Vicenzio Chiofalo, ex Vicesindaco, Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale di Forza Italia, e Francesco Cascio, ex deputato regionale ed ex presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Una rete di favori – Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura di Trapani, sono state avviate nel 2015 intorno alla figura di Giovanni Lo Sciuto, deputato regionale fino al 2017. Cercando di ampliare la sua base elettorale e il suo potere politico, sembra che Lo Sciuto abbia contratto un accordo corruttivo con Rosario Orlando, collaboratore esterno delle commissioni di invalidità civile dell’Inps. Orlando, tra gli arrestati, avrebbe concesso delle false pensioni di invalidità (si sospetta fino a 70) per gli elettori di Lo Sciuto in cambio di regali e di una borsa di studio per la figlia all’Università di Palermo. Tutto questo era stato reso possibile grazie alla mediazione dell’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore all’Istruzione per la Regione Sicilia, nei confronti del quale è stato spiccato un avviso di garanzia. Lo Sciuto sembra avesse anche fatto assumere persone vicine a lui sfruttando un rapporto privilegiato con Paolo Genco, presidente dell’ente di formazione professionale Anfe (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati). Genco aveva ricevuto in cambio di questi favori delle agevolazioni su finanziamenti.

La loggia segreta – A completare il sistema parallelo di scambi e vantaggi era stata creata l’associazione a delinquere. A capo era proprio Lo Sciuto, con la collaborazione del massone Giuseppe Berlino, e tra gli affiliati figurano Errante, Chiofalo e il commercialista massone Giuseppe Magro. L’obiettivo era lo stesso degli altri progetti di Lo Sciuto, ma più in grande: orientare le scelte del Comune, gestire nomine e finanziamenti nella Regione e ottenere notizie riservate sulle indagini in corso della magistratura. L’indagine ha portato alla luce diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto da parte di persone appartenenti alle Forze dell’Ordine e di esponenti politici regionali come Cascio. Il sistema marcio dietro i massoni segreti di Castelvetrano, dicono gli investigatori, era arrivato fin dentro gli Enti locali, le Forze dell’Ordine, la sanità e l’imprenditoria: tutto girava intorno ai locali di Via Parini, nel quale gli affiliati si ritrovavano per scambiarsi informazioni e favori. È lì che i Carabinieri, come parte finale dell’Operazione Artemisia, stanno concludendo le perquisizioni.