La gang usava cani di grossa taglia per trasportare la droga (foto bosco.eldi.it)

Usavano cani di grossa taglia come vettori della droga. San bernardi, gran danesi, mastini napoletani e labrador venivano imbottiti di cocaina prima della partenza dal Sudamerica (Messico e Colombia), e poi uccisi per recuperarla. La Polizia ha eseguito martedì mattina 75 ordinanze di custodia cautelare in Lombardia e a Roma, per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti, contro gli autori del macabro reato.

La gang, composta da 57 maggiorenni e 18 minorenni, quasi tutti cittadini di origine latinoamericana, sottoponeva gli animali ad interventi chirurgici per occultare nel loro intestino ovuli di cocaina purissima. Gli ovuli, prima di essere collocati nell’intestino degli animali, venivano avvolti nel cellophane, poi nella carta carbone per schermarli ai raggi x, dopodiché ancora nel cellophane e infine in uno scotch di vinile nero. Nel ventre di ciascun cane veniva stipato circa un chilo e 250 grammi di droga.

Secondo le intercettazioni, sarebbero almeno 48 i viaggi effettuati con questo sistema. Soltanto un cane si sarebbe fortuitamente salvato. L’indagine ha accertato l’esistenza del vincolo associativo tra più gang dislocate in Italia – chiamate “pandillas” nel gergo della mala sudamericana – ed emissari dei cartelli della droga sudamericani per l’approvvigionamento della cocaina.

Davide Gangale