30/12/2008 VIAGGIATORI PENDOLARI IN ARRIVO ALLA STAZIONE TERMINI CON TRENI PROVENIENTI DA DIVERSE DESTINAZIONI

Chi viaggia di più e più spesso, paga di meno. È quanto doveva garantire l’algoritmo che calcola le tariffe degli abbonamenti di Trenitalia. E invece per anni i pendolari italiani hanno pagato più del dovuto, con rincari fino al 33% . Oltre al danno però, la beffa. Perché all’aumento dei prezzi, non si è affiancato un miglioramento dei servizi.

Basta scorrere il dossier di Legambiente “Pendolaria”, presentato lo scorso gennaio a Palermo. “Sono il Sud e le città le emergenze dei trasporti nel nostro Paese”, ha commentato Edoardo Zanchini, vicepresidente dell’associazione ambientalista. L’Italia viaggia a due velocità. C’è un Paese al Centro-Nord che, nonostante i disagi, aumenta il numero di servizi e pendolari, e uno al Sud che, pur con i suoi casi virtuosi, arranca e fatica a tenere il passo.

Più viaggiatori e più problemi. Secondo “Pendolaria” sono 5,5 milioni le persone che ogni giorno si spostano da una città all’altra per ragioni di lavoro o di studio. Un dato in aumento dello 0,2% rispetto al 2015. Ma la crescita è irregolare e presenta differenze macroscopiche nelle diverse Regioni. Dove sono stati fatti investimenti è aumentato il numero dei viaggiatori, ma dove sono stati realizzati tagli e il servizio è scadente le persone che si spostano sono in netto calo.

Il dato che salta all’occhio è la chiusura di oltre 1120 chilometri di linee ferroviarie (in Molise non esiste più un collegamento ferroviario con il mare), mentre sono 412 i chilometri di linea ferroviaria sospesa. Le differenze tra le varie aree del Paese riguardano il numero delle corse e dei convogli, i ritardi e il sovraffollamento dei treni. Disagi che nascono dal taglio dei treni Intercity e regionali, in calo rispettivamente del 22,4% e del 6,5% rispetto al 2010.

La classifica dei tagli vede al primo posto il Mezzogiorno: al Sud ci sono meno treni regionali della Lombardia, 429 corse quotidiane contro le 2300 lombarde. Anche la rete metropolitana non se la passa bene: il totale di chilometri di metropolitane in Italia è di 234,2 km, l’equivalente di quello di singole città come Madrid e Londra. A Roma, dice Legambiente, si dovranno attendere 80 anni per recuperare la distanza con Milano e le altre città europee. Gli unici successi si hanno dove si è investito sul ferro, come sulla tratta Firenze-Scandicci o sulla linea Palermo-Catania. Ottimi risultati anche dall’alta velocità che offre ogni anno un servizio sempre più articolato e un numero crescente di passeggeri (+6% nell’ultimo anno).

Le tratte a rischio. A preoccupare sono le tratte che non riescono a rispondere in modo adeguato alla crescente domanda di pendolarismo. La Circumvesuviana trasporta ogni giorno circa 100 mila campani. Ma da 520 corse giornaliere nel 2010 è scesa a 367 nel 2016. Una riduzione che va di pari passo con il calo dell’offerta dei treni: rispetto ai 94 del 2010, sono oggi disponibili solo 56 convogli. Un discorso simile può essere fatto per la tratta Roma-Ostia Lido. La linea è percorsa ogni giorno da più di 100 mila persone, tra studenti e lavoratori, ma negli anni ha visto una riduzione dei passeggeri del 40%. Le cause: i continui ritardi, i guasti e il sovraffollamento dei convogli. Problemi denunciati dai comitati dei pendolari che lamentano anche l’assenza di impianti di riscaldamento e aria condizionata.

Pecora nera del quadro ferroviario lombardo è invece la linea Milano-Treviglio-Bergamo, tratta storica del pendolarismo lombardo che, nonostante il raddoppio delle corse negli anni, non ha risolto i problemi di sovraffollamento e non è riuscita a ridurre i tempi di percorrenza. Non aiuta nemmeno l’autostrada “fantasma” Brebemi che rimane inutilizzata: segnale della richiesta lombarda di investimenti nel trasporto dolce. Una nota positiva arriva dalla tratta Padova-Venezia Mestre, una delle linee più critiche del Veneto, migliorata in positivo dal riutilizzo di un tronco di ferrovia non più utilizzato. Grazie agli investimenti, da 24 coppie di treni si è passati a 39, oltre ai treni regionali e alle Frecce. Una risposta che esaudito la domanda di 30 mila viaggiatori giornalieri.