Si è risvegliata dal coma farmacologico Marta Novello, la 26enne accoltellata da un ragazzo di 15 anni nel pomeriggio di lunedì 22 marzo mentre faceva jogging in una strada di campagna di Marocco Mogliano, in provincia di Treviso. La ragazza, ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico ai polmoni lacerati, colpiti da 8 coltellate, e a un intervento per recuperare un tendine della mano, lesionato da un fendente in una probabile colluttazione. Estubata nella serata del 24 marzo, Marta è stata da subito cosciente e ha affermato di ricordare tutto dell’aggressione, sostenendo che si è trattato di un tentativo di rapina. Movente che però non convince del tutto gli investigatori.

L’aggressione – Ventitré le coltellate sferrate dal quindicenne a Marta, seguita per qualche decina di metri con la bicicletta e poi assalita alle spalle con una tale violenza da far cadere entrambi nel fosso che costeggia la carreggiata. La bici, rimasta sull’asfalto, ha permesso l’intervento di due operai di passaggio che, pensando a un incidente, si sono fermati e hanno soccorso i due, accorgendosi solo in un secondo momento delle ferite sul corpo della ragazza. I carabinieri accorsi sul posto hanno trovato il ragazzo inebetito, immobile sul ciglio della strada. Il giovane è stato portato nel carcere minorile di Treviso con l’accusa di tentato omicidio.

Il movente – È ancora un’incognita cosa abbia spinto il ragazzo a compiere un gesto così efferato. La pista privilegiata è quella della rapina, movente confermato sia dalla vittima che dal ragazzo, ma né gli investigatori né il legale del giovane riescono a giustificare del tutto la vicenda con una motivazione economica. «Quale che sia il movente e l’evento scatenante – afferma – le modalità e le circostanze dell’azione fanno pensare ad un disagio, ad un disturbo profondo che andrà indagato», ha dichiarato l’avvocato difensore Matteo Mussat. Non è convinto dell’ipotesi rapina nemmeno il padre di Marta Luigi Novello, noto ingegnere ed ex presidente del consiglio di quartiere, come nutre dei dubbi la madre del ragazzo, che afferma di non avere problemi economici. Non è nemmeno chiaro se i due ragazzi si conoscessero, data la differenza d’età: vivendo però nello stesso quartiere, Marta potrebbe averlo incontrato durante il suo lavoro di mediatrice culturale. Venerdì il ragazzo sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto per omicidio alla presenza del pm del Tribunale dei minori di Venezia Giulia Dal Pos, che ieri ha voluto effettuare un sopralluogo nel punto dell’aggressione.

Le dichiarazioni – La madre del giovane, sotto shock, continua a non spiegarsi la violenza del figlio, un normalissimo studente al secondo anno del liceo alberghiero: «L’unica ipotesi che riesco a fare è che lunedì il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout – ha dichiarato al Corriere della Sera – Negli ultimi tempi aveva grosse difficoltà a seguire le lezioni: non sopportava l’idea di dover restare chiuso in casa, quasi si sentisse in gabbia. E da quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti, la situazione è peggiorata. È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio». E mentre respinge le speculazioni sul figlio che lo vogliono drogato, criminale, bullo, il pensiero va a Marta: «Sapere che se la caverà mi rende davvero tanto felice. In queste ore ho pensato continuamente a Marta e al dolore dei suoi genitori. Mi dispiace: quello che ha fatto mio figlio è grave».