L’autopsia ancora deve confermarlo, ma secondo gli inquirenti sembrano non esserci dubbi: il corpo ritrovato il 2 marzo nel fiume Adda è quello dii Johanna Nataly Quintanilla. Sebbene il volto non sia più riconoscibile, la corporatura è molto simile a quella della donna scomparsa a Milano nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Inoltre, attaccato al cadavere, è stato trovato un borsone nero uguale a quello appartenente all’assassino, ripreso dalle telecamere di sicurezza la notte della scomparsa della donna. Sono attesi ora i risultati dell’esame da parte del medico legale.
La scomparsa – La prima denuncia di scomparsa della babysitter quarantenne originaria di El Salvador era arrivata dalla sua datrice di lavoro, che non l’aveva più vista arrivare. Una settimana dopo anche il compagno della donna Pablo Gonzalez Rivas, 48 anni, aveva sporto denuncia. Il 7 febbraio, fermato dalla polizia aveva confessato l’omicidio, rifiutandosi tuttavia di collaborare per il ritrovamento del corpo. Interrogato dal gip aveva detto di avere spezzato il collo involontariamente alla compagna durante un gioco erotico, raccontando poi di aver gettato il corpo in un fossato vicino a Cassano d’Adda, senza indicare il punto preciso. Dall’analisi delle chat era emersa una relazione parallela che l’uomo intratteneva con un’altra donna di El Salvator, per la quale aveva già organizzato un viaggio a Milano. A quanto pare nei suoi piani c’era la volontà di andare a vivere con lei e di cacciare di casa la compagna Quintanilla. Da questa situazione, sospettano gli inquirenti, sarebbero nate una lite e il successivo femminicidio.