Un pranzo nel centro storico di Napoli degenerato in una lite e in una polemica online. Due clienti israeliani hanno dichiarato, tramite i propri canali social, di essere stati cacciati, sabato 3 maggio, da un locale a causa della loro nazionalità. Secondo quanto riferito dalla ristoratrice Nives Monda, titolare della Taverna di Santa Chiara, al centro del confronto non ci sarebbero stati la nazionalità o la religione dei due, ma le opinioni in merito alla situazione a Gaza. La taverna aveva del resto già preso pubblicamente posizione, nell’ambito della campagna degli “Spazi Liberi dall’apartheid israeliano”, contro il genocidio. La turista protagonista della vicenda invece, Gilli Moses, intervistata dal quotidiano Il Mattino, ha definito “vergognoso” l’accaduto: «Abbiamo toccato con mano cosa sia l’antisemitismo».

Il comunicato della Taverna – Sul proprio profilo Instagram il ristorante ha spiegato quanto avvenuto. «Siamo stati vittime di un episodio – si legge in un  post pubblicato domenica 4 maggio – nel nostro esercizio, a scopo intimidatorio da parte di una avventrice che, dopo aver pranzato nel nostro locale, ha iniziato a parlare ad alta voce, facendo chiaramente intendere di essere sostenitrice dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese». Da lì, spiegano, sono intervenuti: «Da cittadini coscienziosi quali siamo, abbiamo evidenziato che condanniamo il genocidio palestinese in atto, quale crimine contro l’umanità. La turista ha immediatamente iniziato ad accusarci di antisemitismo, di sostenere il popolo palestinese che, nelle sue parole, lei individuava come popolo di terroristi e, quindi, dí essere noi stessi a supporto di terroristi».

Il video denuncia dei turisti – La scena è stata ripresa dagli stessi turisti protagonisti della discussione. Il video è stato pubblicato online e poi ricondiviso da vari profili social. Le immagini non documentano l’inizio della lite, che secondo la ristoratrice è iniziata quando gli avventori si sono messi a parlare di Israele con i clienti del tavolo accanto. Il video ha raccolto centinaia di condivisioni e reazioni tra chi difende i turisti israeliani e chi esprime solidarietà ai gestori del locale, con effetti a catena anche per l’attività: «Ha scatenato una campagna di odio – scrive su Instagram la Taverna – che da ieri sfocia in messaggi anonimi con minacce di 1) spedizioni punitive, 2) distruzione del locale, 3) violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, 4) auspici di stupro della proprietaria (tutti reati)». Per questo, spiegano nella stessa nota, i titolari del locale hanno intenzione di sporgere querela.