I carabinieri hanno identificato il bracciante che venerdì 2 luglio avrebbe investito e ucciso due donne con un mezzo agricolo nelle campagne di San Giuliano Milanese. Le vittime sono due ragazze di origine marocchina: Sara El Jaafari, 28 anni, e Hanan Nekhla, 32 anni. Resta tutta da chiarire la dinamica dell’incidente, ma l’uomo è indagato per duplice omicidio colposo. Il veicolo utilizzato per spargere insetticida e diserbante è stato posto sequestro per analisi e accertamenti.
La ricostruzione – L’allarme era scattato venerdì mattina quando una donna aveva chiamato il 112. Parlando in arabo, aveva spiegato che lei e una sua amica erano state investite da una mietitrebbiatrice, che lei era rimasta ferita e che la compagna invece era morta. Dopo alcuni secondi la telefonata si era interrotta senza che la donna fosse riuscita a dare un riferimento topografico preciso, ma nominando più volte «Rogoredo». I carabinieri hanno subito avviato le ricerche con l’aiuto degli elicotteri del 118, concentrandosi sulla zona dov’era stata localizzata la telefonata. Le due donne sono stata ritrovate morte intorno alle 20 di sabato 3 luglio al confine con Locate Triulzi. Anche la ragazza che aveva chiesto soccorso aveva perso la vita mentre si cercava di ritrovarla. A poca distanza dai cadaveri alcune coperte, bottiglie di alcolici, resti di carta stagnola e diversi cellulari. Si indaga quindi anche sulla presenza di altre persone. El Jaafari e Nekhla si erano presumibilmente accampate tra le piante di mais per la notte e potrebbero essere state investite dal bracciante senza che l’uomo si accorgesse della loro presenza. Il titolare dell’azienda agricola proprietaria del terreno ha spiegato di aver dato un incarico esterno per svolgere il lavoro ad un agricoltore di Pavia. Il motivo è l’elevato costo di questa tipologia di mezzi.
La procura – La procura di Lodi ha disposto l’autopsia sui cadaveri. Un primo esame non ha evidenziato lesioni evidenti, ma ferite compatibili con «trascinamento da mezzo e schiacciamento». Verrà verificato se tra le cause della morte ci sia anche il massiccio uso di insetticidi. I familiari di Hanan Nekhla hanno confermato ai carabinieri che entrambe le donne non avevano fissa dimora. Nel frattempo, il bracciante è indagato per duplice omicidio colposo, ma il procuratore Domenico Chiaro ha spiegato: «Si tratta di un atto dovuto per consentire all’uomo di partecipare con un proprio consulente, se lo riterrà opportuno, ad accertamenti irripetibili come le autopsie di domani».
Una nuova testimonianza – In un’intervista a La Repubblica e a Il Giorno, una cugina di Hanan Nekhla, Meryen, ha dichiarato che le due ragazze erano in compagnia: «Vogliamo capire dove sono finiti i due amici che erano con Hanan e Sara giovedì notte. Forse potevano aiutarle. Invece di lasciarle nel campo, potevano essere salvate». Alle due della notte tra giovedì e venerdì Hanan era in casa con la sorella. Poi, secondo la cugina, ha ricevuto una telefonata di Sara El Jaafari che proponeva all’amica di uscire. Le aveva detto che era con due uomini marocchini che le due ragazze avevano conosciuto da poco: «Non so chi sono, non li ho mai incontrati, credo che li abbiano conosciuti su Facebook», ha chiarito la cugina di Hanan. Un’ora dopo, alle tre di notte, arriva l’auto con gli amici. Alla sorella Hanan ha assicurato che sarebbe tornata dopo un’ora: «Non non era abituata a far tardi – racconta Meryen – era una ragazza tranquilla, sicuramente non aveva programmato di dormire in quel posto».