Emergono nuovi risvolti sulla morte di Hanan Nekhla e Sara El Jaafari, le due ragazze marocchine trovate senza vita il 3 luglio in un campo di mais a San Giuliano Milanese. Le due giovani erano in compagnia di altri due connazionali, di 35 e 21 anni, entrambi senza fissa dimora. L’uomo più anziano, dopo una lunga ricerca nell’hinterland milanese, è stato rintracciato e interrogato dai carabinieri. «Eravamo in quattro in quel campo e non era la prima volta. Era una zona che conoscevamo», ha detto. «A un tratto abbiamo sentito un rumore. Io e l’altro ragazzo ci siamo svegliati. Avevamo paura, non sapevamo cosa fosse. Siamo andati via, ci siamo sentiti in pericolo». Il frastuono del Grim Gt 3500, un mezzo agricolo per spargere pesticidi sulle coltivazioni, avrebbe dunque allertato i due uomini che sono scappati. Per le due ragazze, invece, che dormivano nel campo, non c’è stato nulla da fare. Secondo le ricostruzioni del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, Sara, 28 anni, è morta quasi sul colpo, mentre Hanan, 32 anni, è morta dissanguata dopo una lunga agonia. È stata proprio lei a lanciare l’allarme al 112, mentre la sua voce si affievoliva lentamente fino a spegnersi del tutto.

La notte prima dell’incidente – Nella ricostruzione delle ore che hanno preceduto l’incidente, i carabinieri hanno scoperto che la serata aveva avuto inizio a Lonate Pozzolo dove Sara avrebbe raggiunto Hanan, ospite da familiari. Le amiche poi si sono incontare con i ragazzi marocchini. Insieme i quattro hanno comprato cocaina da uno o più spacciatori e si sono diretti verso i campi di mais al confine tra Sesto Ulteriano e Locate Triulzi, a ridosso della Tangenziale Ovest. Dalle indagini della squadra guidata dai colonnelli Michele Miulli e Antonio Coppola la serata è stata condita da un mix di alcol e droga. Sul luogo dell’incidente sono state trovate tracce di alluminio, presumibilmente usato per scaldare e inalare la droga, e bottiglie di birra.

La chiamata al 112«Aiuto, siamo state investite da una trebbiatrice, la mia amica è morta e io sono ferita». Questo è stato il grido di aiuto di Hanan, rimasta ferita gravemente dal passaggio della macchina agricola che le ha distrutto il corpo dal bacino in giù. Le ricerche sono partite subito ma le due giovani sono state ritrovate solo 36 ore dopo da un elicottero che sorvolava la zona. Il luogo è stato rintracciato grazie alla cella telefonica di Civesio, una località vicino a San Giuliano Milanese, che però copre un territorio molto ampio. Entrambe sono state trovate senza vita. Sono ancora in corso le analisi tossicologiche che verificheranno se tra le cause della morte di Hanan rientri anche l’avvelenamento da sostanze chimiche; quelle emesse dal macchinario agricolo al momento del passaggio. Per gli esiti bisognerà attendere ancora qualche giorno.

L’accusa di omicidio colposo – Si chiama Andrea P., l’agricoltore di 27 anni, che la mattina del 3 luglio ha investito, alla guida della macchina agricola, le due ragazze marocchine. L’uomo, iscritto al registro deli indagati, è accusato di duplice omicidio colposo. «È un atto dovuto per consentirgli di prendere parte con un suo consulente all’autopsia e ad altri accertamenti irripetibili», ha spiegato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro. Secondo le prove geomeccaniche effettuate martedì con il Grim su quel terreno, si escluderebbe la possibilità che Andrea P. avesse visto le due ragazze distese sul campo, immerse com’erano tra i fusti di mais alti quattro metri.