I funerali di Stato, le bare avvolte dal tricolore e accompagnate dai familiari delle vittime. Si è svolta a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e Martiri la cerimonia per dare l’ultimo saluto all’ambasciatore Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo il 22 febbraio. In tutte le ambasciate italiane nel mondo e al ministero degli Esteri è stato osservato un minuto di silenzio.

Le vittime – Attanasio e Iacovacci sono stati uccisi nella mattinata di lunedì 22 febbraio a Kanyamahoro, nella Repubblica Democratica del Congo. Il convoglio della Monusco (la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del Paese africano) sul quale si trovavano è stato attaccato da un gruppo di guerriglieri ruandesi, durante un tentativo di rapimento. I due uomini sarebbero morti nello scontro a fuoco scaturito dopo l’arrivo dei ranger del parco di Virunga. Nell’attacco ha perso la vita anche Mustapha Milambo, l’autista della vettura sulla quale i due stavano viaggiando.

I presenti Un centinaio i presenti ai funerali di Attanasio e Iacovacci. Di fronte all’altare della Basilica, in prima fila, i familiari. Tra loro la moglie dell’ambasciatore con un velo nero e una delle tre figlie in braccio. Presente anche l’intero 13º reggimento dell’Arma del Friuli Venezia Giulia, del quale Iacovacci faceva parte, e il comandante generale dei carabinieri, Teo Luzi. Anche molti politici hanno voluto partecipare alle esequie: il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi di Maio, della Difesa Lorenzo Guerini, il sindaco di Roma Virginia Raggi. Presenti anche il presidente della Camera Roberto Fico e la presidente del Senato Elisabetta Casellati.

La celebrazione – «C’è angoscia per i troppi uomini invaghiti dal denaro, che tramano la morte del fratello», ha detto durante l’omelia il cardinale Angelo De Donatis, «Luca e Vittorio sono stati strappati da questo mondo da artigli di una violenza feroce, che porterà altro dolore. Dal male viene solo altro male». «Hanno compromesso la loro vita per gli altri – ha continuato il vicario del Papa – C’è angoscia perché le promesse di giustizia sono state disattese». Durante la messa, l’appuntato Salvatore di Giorgio ha recitato con grande commozione la “preghiera del carabiniere”. Il militare si è offerto volontario per sostituire Iacovacci in Congo e partirà domani 26 febbraio. Al termine della cerimonia, le bare sono state portate in spalla dai militari dell’Arma e Mario Draghi si è avvicinato alle famiglie delle vittime raccolte intorno ai carri funebri parcheggiati all’esterno. All’uscita delle salme, una piccola folla di cittadini ha applaudito insieme a tutti i presenti.