Coperto di sangue e con i segni di 35 coltellate: così era stato ritrovato il sessantunenne Roberto Bolzoni lo scorso martedì 18 febbraio in piazza Omegna a Lodi. Ora emergono i nomi dei presunti responsabili: Roberto Zuccotti, quarantottenne disoccupato e con precedenti, e Andrea Gianì, ventinovenne, nipote di Zuccotti.

La dinamica – È stata la moglie di Bolzoni a scoprire il corpo del marito nella sua macchina parcheggiata nella piazza vicino a via Sanzio, dove la coppia abitava, dopo che lei stessa ne aveva denunciato la scomparsa il giorno precedente, lunedì 17 febbraio. Gli inquirenti hanno scoperto, grazie alle telecamere del centro Snai in via Vignati, che verso le 18:15 di domenica 16, Bolzoni si stava dirigendo verso la propria macchina parcheggiata vicino al punto Snai proprio insieme a Zuccotti e Gianì. Stando alla ricostruzione degli agenti i due, conviventi nello stesso appartamento, conoscevano Bolzoni da qualche mese ed erano assidui frequentatori del centro scommesse. Accompagnati da Bolzoni in macchina, avrebbero commesso l’omicidio proprio in piazza Omegna: uno dei due l’avrebbe tenuto fermo mentre l’altro lo colpiva per 35 volte al volto e alla giugulare. Gli inquirenti hanno trovato tracce biologiche dei due all’interno della macchina, oltre che le loro impronte digitali. Sono stati arrestati la sera di sabato 22 febbraio.

Il movente – Le motivazione del gesto sono l’elemento che non è ancora del tutto chiaro, il delitto non sembra premeditato. Dal corpo di Bolzoni sono stati presi il cellulare, le chiavi dell’auto, una collanina d’oro, un anello e la fede, mentre è certo che quel giorno Bolzoni non avesse riscosso alcuna vincita dal centro scommesse. È stata presa in considerazione l’ipotesi di un furto simulato. Bolzoni era una persona conosciuta nella comunità, non aveva debiti né precedenti e oltre al centro scommesse frequentava abitualmente due bar locali. Zuccotti si è rifiutato di rispondere alle domande, mentre il nipote ha negato il proprio coinvolgimento nell’omicidio. L’arma del delitto non è ancora stata trovata, il coltellino rinvenuto in macchina è stato considerato troppo piccolo per poter essere l’arma che ha inflitto le ferite mortali. Ora le indagini si concentrano sulle celle telefoniche e le telecamere che potrebbero dare maggiori indicazioni: per ora è stato constatato che Zuccotti ha lasciato Lodi poche ore dopo l’omicidio per dirigersi nella sua seconda casa poco fuori città.