Ella Kissi-Debrah, morta nel 2013 di asma (Adams/Afp)

«Ella morì di asma aggravata da un’esposizione eccessiva all’inquinamento dell’aria». Storica sentenza della corte londinese di Southwark che il 16 dicembre ha chiuso la battaglia legale della madre di Ella Kissi-Debrah. Per la prima volta nella giustizia britannica il fattore “air pollution” è stato riconosciuto come una delle cause della fine della bambina scomparsa nel 2013, ad appena 9 anni. Un verdetto storico che può spingere il governo del Regno Unito ad accelerare le sue politiche ambientali.

Il caso – Per Ella, cresciuta nel quartiere popolare di Lewisham, fu fatale un attacco di asma nel febbraio di sette anni fa, dopo una serie interminabile di 27 ricoveri ospedalieri in soli tre anni e, almeno in un’occasione, con un inutile ricorso al coma indotto dai farmaci. La madre Rosamund non si è mai rassegnata al fatto che la figlia fosse morta “per cause naturali”, come indicava un primo referto del medico legale. Ha iniziato una lunga procedura di ricorsi, lamentando di non essere stata informata che l’aria malsana del sobborgo di Londra avrebbe potuto aggravare la situazione già fragile dei polmoni di Ella. La famiglia di origini africane viveva a 25 metri dalla South Circular Road, una delle strade più trafficate della capitale inglese e con livelli di inquinamento che superano i limiti posti dall’Oms e dall’Unione Europea.

La sentenza – La perizia medica affidata a Stephen Holgate, professore di immunofarmacologia e consulente medico respiratorio all’Università e all’Ospedale di Southampton, ha riaperto la vicenda. Secondo Holgate, Ella rimase per mesi «sull’orlo del baratro» vivendo in una situazione di estremo rischio per la sua malattia rara. È stato decisivo il verdetto di un altro coroner, Philip Barlow, che dopo due settimane di udienze ha ritenuto lo smog una delle cause decisive per la morte della bambina. «Per tutta la vita Ella è stata a contatto con strade altamente inquinate», ha affermato. «Non ho difficoltà a concludere che l’esposizione personale al biossido di azoto e alle polveri sottili sia stata molto elevata». Barlow ha stabilito che le cause del decesso della bambina, elencate in modo formale nel certificato di morte, sono state uno scompenso respiratorio acuto, una grave forma di asma e l’esposizione all’inquinamento.

La madre di Ella, Rosamund, dopo la sentenza (Kirsty O’Connor/PA)

Le reazioni – «Le dovevamo questo atto di giustizia, lo meritava», ha commentato Rosamund, che assieme ai due figli ha assistito alla lettura dello storico verdetto, «È giusto per lei, ma speriamo possa servire ad altri bambini che camminano ancora fra lo smog di questa città». Anche Sadiq Khan, sindaco di Londra, è intervenuto sulla conclusione del medico legale e l’ha definita “un momento fondamentale”. «L’inquinamento tossico dell’aria è una crisi di salute pubblica», ha affermato Khan, «I ministri e il precedente sindaco hanno agito troppo lentamente. Dobbiamo fare molto di più per contrastare la piaga mortale dell’inquinamento dell’aria a Londra e in tutto il Paese».

La legge – In Gran Bretagna si ritiene che muoiano prematuramente circa 40 mila persone all’anno a causa dell’aria tossica. I livelli di biossido di carbonio spesso sforano i limiti dell’Oms. Rosamund Kissi-Debrah ha annunciato che si batterà per far approvare dal governo inglese la “Legge Ella“. Il tentativo è quello di ridurre l’inquinamento da traffico, che contribuisce ad avvelenare l’aria delle città britanniche.