Con 209 voti a favore il Senato ha approvato all’unanimità l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, proposta con un ddl il 27 aprile 2015. La data scelta è quella – simbolica – del 21 marzo, primo giorno di primavera e simbolo di rinascita e speranza. Già nel 1996 l’associazione Libera contro le mafie l’aveva scelto per ricordare le vittime innocenti. Ogni anno in questa data, un elenco di 900 nomi tra vedove, figli, madri, fratelli viene letto in una città diversa. L’iniziativa nazionale sarà l’occasione per restituire centralità al tema della lotta alle mafie, promuovendo la cultura della legalità e della giustizia. Ora il provvedimento, dopo la prima lettura al Senato, passa all’esame della Camera.

https://twitter.com/SenatoStampa/status/710421195338944512

Dopo il voto, il presidente del Senato Pietro Grasso ha precisato che avere un giorno della memoria non impedirà di impegnarsi a favore della legalità «365 giorni l’anno». E dall’Aula sono arrivate le puntualizzazioni di alcuni deputati:  «E’ un provvedimento simbolico», ha detto Ciro Falanga, senatore del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, «ma nella sostanza quando in Campania, la mia terra, un ragazzo di 25 anni non ha la possibilità di percepire un reddito perché non trova lavoro, diventa funzionale per la criminalità organizzata. Ritenete davvero che basti approvare questo ddl per sconfiggere la mafia? Personalmente credo di no. Da un lato, avrei preferito che si introducesse nelle scuole la materia dell’educazione civica perché c’è davvero la necessità di educare i bambini alla legalità. Dobbiamo dare ai giovani del nostro Paese una prospettiva di futuro di vita nella legalità. Se non facciamo questo è tutto inutile».

Chiara Piotto