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Rottami del Dc9 abbattuto a Ustica

“È dovere di tutte le istituzioni chiarire le responsabilità nazionali e internazionali nell’abbattimento del Dc9, rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre”. È il messaggio di Giorgio Napolitano diretto al presidente dell’associazione vittime di Ustica. Oggi, 27 giugno, è il 33esimo anniversario della strage nella quale morirono 77 passeggeri.

Dal 1980 non è mai stato chiarito lo scenario e restano in discussione tre ipotesi: il cedimento strutturale, una bomba o un missile partito per errore da aerei Nato in volo nella notte. Quest’ultima possibilità è la causa dei molti insabbiamenti. La volontà di nascondere la verità è stata riconosciuta dalla Corte di Cassazione, nella sentenza del 10 settembre 2011: l’aereo civile, in volo da Bologna a Palermo, è stato abbattuto in una azione di guerra, con la complicità del ministero della Difesa. I famigliari dei passeggeri sono stati risarciti con 100 milioni di euro.

Se la verità è certa, i responsabili non sono mai stati individuati. “Ora deve arrivare la giustizia”, lo dice Attilio Licciardi, sindaco di Ustica. Secondo l’Associazione delle vittime, l’aereo sarebbe stato abbattuto intercettato da due aerei caccia francesi e abbattuto da un missile, con l’obiettivo di uccidere Gheddafi, che si credeva a bordo. Nel 2007 questa tesi è stata confermata dall’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Per Attilio Licciardi, sindaco di Ustica: “Sarà fatta giustizia solo quando i responsabili saranno identificati e chiamati a rispondere delle proprie colpe”. Nel frattempo le associazioni hanno inaugurato un museo della memoria a Bologna, per mantenere viva la coscienza della strage.

Vincenzo Scagliarini