«Qui all’asilo nido Zucchero Filato è tutto ok, non ci sono stati casi particolari». Per la responsabile di una struttura di Sesto San Giovanni è una mattina come altre, nonostante oggi 11 marzo entri in vigore il divieto di ingresso ai nidi e alle materne per i bambini non vaccinati da 0 a 6 anni. Anche Antonia Bartolomeo, responsabile degli asili nido della città a nord di MIlano, conferma l’apparente tranquillità. Anche nel resto d’ Italia non sono segnalati problemi. Unica eccezione, una scuola materna di Pagani, in provincia di Salerno, dove sono stati fermati tre bambini, due di 5 anni e uno di 4 anni. Uno di questi è figlio di genitori no-vax che hanno deciso di non mandare più il figlio a scuola, perché al momento non intendono vaccinarlo.

Una sala dell’Asl dedicata alle vaccinazioni dei bambini

La legge– Approvata dal governo Gentiloni e più volte contestata dall’esecutivo gialloverde, la legge Lorenzin prevedeva l’obbligo di 10 vaccini per i bambini da 0 a 6 anni (poliomelite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, emofilo dell’influenza, morbillo, rosolia, epatite e varicella), pena il mancato ingresso a scuola. Le limitazioni si applicheranno solo nei casi in cui i genitori che avevano presentato le autocertificazioni a settembre non abbiano poi dato prova dell’avvenuta vaccinazione. Questo divieto non è invece in vigore per gli alunni dai 7 a 16 anni che frequentano le scuole dell’obbligo e che potranno continuare ad andare a scuola. In entrambi i casi i genitori che si rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli nonostante gli eventualii solleciti delle Asl dovranno pagare dai 100 ai 500 euro. Il provvedimento ha permesso di raggiungere in molte regioni l’immunità di gregge per alcuni vaccini. Tra queste la Lombardia, dove il 95.3% dei bambini sotto i 24 mesi è stato vaccinato con l’esavalente,  cioè per difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomelite e emofilo dell’influenza.

Un nuovo decreto– Da tempo la ministra della Salute Giulia Grillo sta valutando un nuovo decreto che prevederebbe un “obbligo flessibile”, ossia una valutazione della copertura vaccinale nelle regioni per valutare se e dove estendere l’obbligo della vaccinazione. «La nuova legge non sarà un atto di urgenza ma una normativa-quadro basata sui dati epidemiologici del Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Usare l’obbligo è un fatto politico, non scientifico» ha dichiarato la ministra, contestando il precedente provvedimento. Per Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, «oggi sarà un giorno abbastanza tranquillo. Il fenomeno delle mancate vaccinazioni, del resto, è abbastanza limitato nelle scuole. Aspettiamo domani per capire qual è la situazione».

I casi– «Abbiamo dovuto fermare tre alunni della scuola materna. Le famiglie erano state già avvertite venerdì e quindi oggi non hanno portato i bambini a scuola», ha dichiarato Attilio Trusio, preside del Terzo Circolo Scolastico di Pagani, in provincia di Salerno. Il dirigente ha poi aggiunto che ci sono altri due casi nella scuola primaria, già denunciati all’anagrafe ma per i quali non si può impedire la frequenza. Anche l’Alto Adige fa a suo modo eccezione. Nella regione le coperture vaccinali sono tra le più basse d’Italia ma nonostante questo oggi non scatteranno né esclusioni né sanzioni per i bambini non vaccinati. «Abbiamo evitato l’esclusione dei bambini a metà dell’anno scolastico e faremo tutti i controlli del caso in rete con il comparto sanità. Entro settembre però le famiglie dei bambini non vaccinati dovranno mettersi in regola» ha spiegato Vincenzo Gullotta, sovrintendente scolastico per la provincia di Bolzano.