Le ricerche dell’ice climber tedesco travolto da una valanga il pomeriggio del 24 gennaio, sospese durante la notte e riprese all’alba di giovedì 25 gennaio, sono state nuovamente bloccate: le temperature si sono alzate e c’è il pericolo di nuove slavine. L’uomo, una guida alpina di 40 anni, era impegnato insieme a un amico nella discesa di una cascata ghiacciata a 1800 metri in Vallunga, vicino alla località altoatesina di Selva di Val Gardena. Il compagno di cordata, anche lui guida alpina, si è accorto che stavano per essere travolti e ha cercato di avvertire l’amico, che però è stato inghiottito dalla massa di neve.

L’avviso del soccorso alpino – Il compagno, rimasto lievemente ferito, è stato il primo a lanciare l’allarme. Il territorio è stato setacciato con sonde, cani antivalanga e un apparecchio che localizza il metallo sotto la neve. Operazioni che, per il momento, non hanno dato risultati.«Le ricerche con le sonde – spiega Hubert Moroder del Soccorso alpino – sono molto difficili perché il terreno sotto la neve è caratterizzato da grossi massi di roccia». La neve accumulata in alcuni punti supera i cinque metri e la valanga ha una lunghezza di 600 metri. A complicare le operazioni il fatto che l’uomo non aveva con sé l’Arva, l’apparecchio elettronico utilizzato per localizzare i dispersi sotto la neve.