Vasto (Chieti) – In estate sua moglie Roberta era stata travolta e uccisa da un’auto. Ieri Fabio Di Lello ha deciso di farsi giustizia da sè, sparando tre colpi di pistola al ragazzo che era alla guida. E’ successo a Vasto, una cittadina sul mare in provincia di Chieti, nel pomeriggio di mercoledì 1 febbraio. La vittima si chiamava Italo D’Elisa e aveva 21 anni. L’omicida, un ex calciatore professionista di 34 anni molto noto in città, si è costituito.

La pistola sulla tomba. L’omicidio è avvenuto davanti a un bar, il Drink water. Secondo alcune testimonianze, Di Lello, prima di sparare, ha rivolto alcune parole alla vittima. E’ poi andato al cimitero, ha lasciato sulla tomba di sua moglie, Roberta Smargiassi, l’arma del delitto, una calibro 9 avvolta in un sacchetto di plastica, e ha telefonato a un amico per informarlo dell’accaduto. È poi stato fermato dai carabinieri e, senza opporre resistenza, ha confessato l’omicidio.

L’incidente – Il primo luglio del 2016, l’incidente all’origine della storia. Roberta Smargiassi, 34 anni, in sella al suo scooter, era stata travolta dalla Fiat Punto di D’Elisa, che non si era fermato al rosso a un incrocio. L’urto l’aveva sbalzata contro un semaforo e la giovane era morta in ospedale poco dopo. Italo D’Elisa, che dopo l’impatto era stato spinto contro un’altra auto, anch’egli ferito e scosso, aveva subito chiamato i soccorsi.

Palazzo_del_Tribunale_ChietiLe conseguenze – Amici e conoscenti affermano che Fabio di Lello non si era più ripreso dopo la morte di Roberta, che aveva sposato nell’autunno 2015, e non riusciva a rassegnarsi al fatto che gliela avessero portata via. Non poteva sopportare che l’autore della sua morte potesse rimanere impunito, sebbene D’Elisa fosse già stato imputato di omicidio stradale, con il rinvio a giudizio firmato alla fine del 2016. Tra pochi giorni, anzi, sarebbe dovuto comparire davanti al gup. Così, forse convinto che la giustizia non sarebbe mai arrivata, o che non sarebbe in ogni caso stata sufficiente, Di Lello ha scelto di fare da solo.

Le parti – L’avvocato di D’Elisa, Pompeo Del Re, ha dichiarato che dal giorno dell’incidente si era innescata una forte campagna d’odio nei confronti del 21enne Italo D’Elisa. Tutti chiedevano giustizia per Roberta. Il marito, per il suo passato sportivo, era molto conosciuto in città, tanto che, pochi giorno dopo l’incidente, era stato organizzato un corteo per chiedere giustizia. «Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c’è stato chi l’ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l’altro dopo tempo, quindi una premeditazione».Il legale di Di Lello, invece, ha sottolineato che Italo D’Elisa «non ha mai chiesto scusa, non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, era strafottente con la moto. Dava fastidio al marito di Roberta. Quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi.»