ANSA/ANDREA MEROLA

Dalle 4.15 del mattino di oggi, 10 dicembre, e per i prossimi tre giorni, a Venezia sono sollevate le barriere del Mose, il sistema di paratie mobili ideato per isolare la città lagunare dal mare Adriatico ed evitare il fenomeno dell’acqua alta. La diga torna ad attivarsi, a 48 ore dalle polemiche di mercoledì 8, quando non era stata messa in funzione per un errore nelle previsioni meteorologiche, lasciando sott’acqua il centro storico del capoluogo veneto.

A cosa serve il Mose – Il centro storico di Venezia è costituito da un arcipelago di isole poste all’interno di una laguna e collegate al mare tramite tre bocche di porto. In certi momenti dell’anno il livello dell’acqua nella laguna si alza, e questo può provocare allagamenti più o meno estesi del centro storico. Le cause del fenomeno, spiega il Comune di Venezia, sono legate a fattori sia astronomici (innalzamento e abbassamento delle maree dovuti al moto del Sole e della Luna) che meteorologici. Negli ultimi anni, inoltre, l’abbassamento del suolo della Serenissima e un aumento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale hanno reso l’innalzamento delle maree sempre più frequente. Quando l’acqua supera di 90 cm il livello “normale”, si parla di “acqua alta“, una situazione che può causare danni alle strutture cittadine (case, ponti, ecc.), problemi per il commercio e per il movimento dei cittadini. Il Mose (acronimo per MOdulo Sperimentale Elettromeccanico), attivato per la prima volta in fase sperimentale solo lo scorso ottobre ma del quale si era iniziato a parlare già dagli anni ’70, nasce proprio per evitare i disagi causati dall’acqua alta.

Come funziona il Mose – Il Mose è costituito da un sistema di 78 paratie mobili, posizionate sulle tre bocche di porto che collegano la laguna al mare. Queste paratie sono grandi cassoni di metallo che in situazioni di bassa marea si trovano, pieni d’acqua, sul fondo del mare. Quando si prevede che la marea si alzi oltre un livello di guardia, al loro interno viene pompata aria compressa, svuotandoli dell’acqua e portandoli a galleggiare. Siccome, però, una loro estremità è fissata al fondo, essi si dispongono in verticale, formando una diga. Il processo meccanico di innalzamento delle paratie dura circa mezz’ora.

Quando e come si attiva il Mose – Alzare le barriere mobili, però, non è un processo facile come premere un bottone (strucar el boton, come dicono i veneziani). E il motivo è semplice: se attivare il Mose isola il porto di Venezia dall’Adriatico, occorre necessariamente dare ai naviganti un certo preavviso, in modo da dar loro il tempo di modificare la rotta. Questo preavviso, come ha dichiarato Cinzia Zincone, a capo del provveditorato alle opere pubbliche del nord-est presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è, in questa fase sperimentale, di 48 ore. Ragion per cui, quando mercoledì ci si è accorti dell’errore delle previsioni meteo sulle maree, era già troppo tardi per agire. Ma il Mose non si è alzato l’8 dicembre anche perché la decisione di attivarlo è condizionata a un presupposto molto rigido: devono esserci delle previsioni di marea superiori ai 130 cm, e fino a martedì la cifra era inferiore. La poca flessibilità deriva anche da ragioni economiche, poiché l’innalzamento delle paratie e il conseguente blocco del porto causa gravi disagi alle navi e danni o ritardi al commercio del capoluogo veneto. Se si attivasse il Mose troppo spesso o se lo si tenesse sempre in funzionamento, le conseguenze sarebbero pesantissime, in assenza del porto off shore per le navi commerciali invocato a intervalli regolari dal sindaco Luigi Brugnaro.

Le allerte del 10 dicembre – Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre la diga mobile è stata innalzata perché nel capoluogo veneto si stimava un picco di marea di 135 cm. Si prevede infatti per oggi, non solo per Venezia ma anche in tutta Italia, un’altra giornata difficile dal punto di vista meteorologico: la Protezione Civile ha segnalato una situazione di allerta gialla o arancione per Veneto, Emilia Romagna e buona parte del centro-sud. L’allerta arriva a essere rossa nella provincia autonoma di Bolzano.

La mappa dell’allerta meteo per il 10 dicembre 2020. Fonte: sito web Protezione Civile