La ruspa servita nell'assalto al caveau dell'istituto di vigilanza Fidelitas di Quinto Vercellese (VC)

La ruspa servita nell’assalto al caveau dell’istituto di vigilanza Fidelitas di Quinto Vercellese (VC)

Diciassette colpi di kalashnikov, cinque auto in fiamme e un grande boato. A Quinto Vercellese, tra le distese risicole di un paesino di 417 anime e un castello, nella notte di lunedì 26 gennaio una carovana di dieci banditi con una ruspa cercava l’oro in caveau di un istituto di vigilanza, la Fidelitas. Senza trovarlo. Il colpo è fallito. A tradire i dieci incappucciati un errore di valutazione: la ruspa spianatrice cingolata usata dai malviventi come ariete, è riuscita nella sua missione d’assalto, ma ha sfondato il lato dell’edificio sbagliato. Il resto l’hanno fatto la prontezza delle guardie giurate presenti all’interno dell’istituto, che hanno fatto scattare l’allarme.

Una trentina di bossoli, strade ancora inagibili e molto rumore per nulla. Questa l’aria che tira martedì mattina nel vercellese. Non è il leggendario west ma l’occidente della bassa provincia piemontese che stamane si è svegliata sotto i botti di un conflitto a fuoco. I rapinatori si sono presentati nella filiale della Fidelitas Spa, sulla Statale 230 per Vercelli, con un camion, dal quale hanno scaricato la ruspa con cui volevano demolire il muro di cinta e raggiungere così la cassaforte. Saltato il colpo, i banditi si sono dati alla fuga dando fuoco a una serie di macchine lungo la via d’accesso agli ingressi del paese. Almeno cinque le auto incendiate nella notte dai malviventi per coprire la loro fuga, uno stratagemma per bloccare le strade per Villata, Collobiana, Olcenengo e Biandrate, e far perdere così le tracce. Tanta paura e qualche danno materiale ma nessun ferito.

Le indagini sono in corso. Per i carabinieri è possibile che i due colpi possano essere opera di un’organizzazione di tipo paramilitare. Non si esclude un collegamento con un colpo avvenuto verso le 8 del mattino nell’Astigiano. A Pontesuero tre banditi hanno bloccato il conducente di un furgone di una ditta di Alessandria, che trasportava le monetine delle slot-machine. Dopo averlo picchiato si sono messi alla guida del mezzo. Il furgone è stato poi ritrovato in strada Valgera e i banditi si sono dati alla fuga con un bottino di circa 5 mila euro. Un’altra ipotesi seguita in queste ore, e ritenuta più solida dagli inquirenti, è il collegamento con l’assalto di Lodi del 28 novembre scorso quando una decina di malviventi ha cosparso l’asfalto di chiodi e bloccato la circolazione con auto e furgoni messi in mezzo alla strada e dati alle fiamme, per fermare un furgone portavalori che deve passare poco dopo e per garantirsi poi la fuga.

Non è la prima volta che si tenta una rapina in stile militare con una ruspa. L’11 febbraio 2014 a Bari i malviventi hanno sfondato il muro del caveau con una pala meccanica. Diversamente dall’assalto di stamane, l’assalto presso la Sicurcenter di San Pio è andato a segno, con un bottino di 10 milioni di euro.