Una partita di pallone per dare un calcio alla violenza sulle donne. Con uno sponsor d’eccezione a battere il calcio d’inizio: Francesco Totti. In occasione della Giornata internazionale contro il femminicidio e la violenza di genere del 25 novembre, l’ex capitano e ora dirigente della Roma torna in campo in un match in ricordo di Sara Di Pietrantonio. Insieme a lui grandi personalità del mondo del pallone, della giustizia e dello spettacolo, per non dimenticare la studentessa romana di 22 anni, strangolata e data alle fiamme il 29 maggio 2016 in via della Magliana dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano che non accettava la fine della relazione. All’uomo, che all’epoca lavorava come guardia giurata, i giudici hanno inflitto in primo grado una pena esemplare e senza attenuanti: condanna all’ergastolo con l’accusa di omicidio premeditato.

Il match – Alle 12 del 23 novembre c’è stato il fischio d’inizio della partita che si è tenuta a Ostia, presso il Centro Sportivo Longarina, dove ha sede la scuola calcio che porta il nome del campione giallorosso. A promuovere l’evento il dipartimento per le Pari opportunità, guidato dal sottosegretario Maria Elena Boschi. Sugli spalti anche Concetta Raccuia, madre di Sara Di Pietrantonio, che lo stesso Totti ha voluto ringraziare per l’invito e con cui il dirigente della Roma si è trattenuto a lungo prima del match. I due hanno scattato una foto, subito condivisa sui social da centinaia di utenti, con l’hashtag #sbloccailcoraggio, lo slogan che accompagnerà tutte le iniziative in programma per la Giornata del 25 novembre. «Spero che queste cose non succedano più, perché sono assurde, surreali», ha commentato Totti nel pre-partita. «Bisogna aiutare le donne così come gli uomini. Siamo tutti uguali, maschi e femmine. Dobbiamo andare tutti dalla stessa parte, sperando che le cose possano cambiare, perché la vita è una e bisogna goderne fino in fondo. Speriamo che queste persone smettano di fare queste cose incredibili».

Tutti in campo – All’appello hanno risposto calciatori, magistrati, personaggi dello spettacolo e della politica. Giocatori d’eccezione, convocati tra le file delle Nazionali attori e magistrati, per respingere chi maltratta, violenta e uccide le donne. Tra i volti noti del pallone c’era anche Angelo Peruzzi, a rappresentare l’altra sponda calcistica di Roma, quella biancoceleste, che ha voluto portare i ringraziamenti della Lazio e del suo presidente Claudio Lotito. «Mi auguro che anche in occasioni del genere, il calcio possa far superare quest’ostacolo», ha detto l’ex portiere. «Invece vediamo ancora certe disparità. Speriamo che il calcio e lo sport siano un buon viatico per risolvere la cosa»Ha indossato i tacchetti anche il magistrato Luca Palamara, membro del Consiglio superiore della magistratura e pm a Roma. L’esempio «di Sara ci colpisce ancora tutti», ha commentato il capitano della Nazionale magistrati. «L’impegno di queste giornate sta nel dare un messaggio ancora più forte ai giovani. L’intera magistratura è impegnata in questa lotta, complicata, perché spesso non si capisce il perché di questi fatti criminali e perché chi li compie può tornare in libertà».

Per le nuove generazioni – Sugli spalti del centro sportivo di Ostia a seguire le gesta del capitano, dei campioni del passato (tra cui Vincent Candela e Marco Delvecchio) e di numerosi attori (il volto più noto quello dell’attore romano Marco Giallini) un’intera schiera di ragazzi delle scuole di Roma. Ed è proprio per i giovanissimi che il dipartimento per le Pari opportunità e la madre di Sara hanno voluto organizzare questo match. Il sottosegretario Boschi ha voluto ringraziare in particolar modo gli insegnanti, che con un percorso di preparazione degli studenti hanno contribuito alla realizzazione del progetto.