«Harvey Weinstein non è positivo al Covid ma siamo tutti molto preoccupati per il suo stato di salute»: è quanto riportato dalla portavoce dell’ex produttore Juda Engelmayer e Craig Rothfeld del Dipartimento Penitenziario, in una nota al Times. L’ex produttore cinematografico è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Alde (Stato di New York) – il  Wende Correctional Facility –  in seguito alla condanna a 23 anni per stupro e violenza sessuale. Secondo quanto riportato dal sito di gossip TMZ.com  era in isolamento e in attesa dell’esito del tampone da martedì 17 novembre, con febbre alta e altri sintomi riconducibili al Covid-19. «La febbre ora è scesa ma stiamo comunque monitorando la situazione, – aggiungono Engelmayer e Rothfeld –  . Visti i suoi problemi di salute pregressi e il loro continuo peggioramento, Weinstein necessita di cure mediche adeguate». Dopo essere stato dichiarato colpevole di stupro di terzo grado e di atti sessuali criminali di primo grado, e in attesa della sentenza di condanna, il 4 marzo 2020, l’ex produttore era stato operato al cuore.

Le indiscrezioni – Già il 22 marzo 2020 era stata lanciata dalla Niagara Gazzette la notizia, poi ripresa dai principali giornali e siti web, che Harvey Weinstein fosse risultato positivo al Coronavirus. Come riportato da Reuters, i legali dell’ex numero uno di Miramax non avevano voluto commentare l’eventuale positività del proprio assistito, sottolineando che si trattasse di una notizia non autorizzata dal Dipartimento Penitenziario, un’indiscrezione che poteva anche configurare una violazione della privacy. Secondo una fonte di TMZ.com non ci sarebbe mai stata una diagnosi ufficiale di Coronavirus mentre Variety conferma la positività di Weinstein, riportata da una fonte anonima interna al carcere.

La condanna – Il processo di Weinstein è iniziato a New York il 6 gennaio 2020 e si è concluso l’11 Marzo 2020 con una condanna a 23 anni di carcere: 20 anni di reclusione per l’aggressione sessuale dell’assistente Miriam Haley nel 2006 e tre anni per il rapporto sessuale non consensuale con l’aspirante attrice Jessica Mann nel 2013. Le accuse di stupro di Hailey e Mann risalgono al 2018 e avevano portato all’arresto dell’ex produttore, poi liberato su cauzione. Il secondo processo che lo coinvolge, quello di Los Angeles, è stato invece posticipato causa Covid-19 ma le accuse a suo carico continuano ad aumentare. A inizio ottobre 2020 Weinstein è stato incriminato dal tribunale di Los Angeles per altri sei capi di imputazione legati a violenze sessuali, risalenti al periodo compreso tra il 2004 e il 2010. Dai primi casi portati sotto i riflettori dalle inchieste del New York Times e del New Yorker nel 2017, sono oltre cento le donne che hanno accusato Weinstein. «Sono grata a quelle donne che per prime hanno denunciato questi crimini e che hanno così dato il coraggio ad altre di denunciare» ha dichiarato Jackie Lacey, procuratrice del Distretto di Los Angeles. A partire dal caso Weinstein, infatti, ha guadagnato sempre più rilevanza a livello internazionale il Movimento #Metoo, impegnato nel far emergere molestie e abusi in tutti gli ambienti di lavoro.