Sono stati annunciati i finalisti dell’edizione 2019 del World Press Photo, il premio del più grande e prestigioso concorso di fotogiornalismo mondiale. Tra i finalisti ci sono anche tre italiani, candidati in diverse categorie: Marco Gualizzini, Lorenzo Tugnoli e Daniele Volpe.

I finalisti  – Gualazzini, con il suo scatto “Almajiri Boy”, è tra i 6 finalisti per la categoria principale, la “Foto dell’anno”. Oltre all’italiano, i fotografi in corsa per la vittoria sono Catalina Martin Chico, Mohammed Badra, Chris McGrath, John Moore, Brent Stirton. Per selezionarli, i giudici hanno esaminato 78.801 fotografie di 4.738 fotografi da 129 Paesi. I risultati verranno svelati in una cerimonia ad Amsterdam l’11 aprile. La foto di Gualazzini candidata per il premio principale è stata scattata a Bol, nel bacino del lago Ciad, zona di grandi crisi umanitarie in seguito alla desertificazione.
Mohammed Badra ha invece fotografato un gruppo di persone in cura dopo un presunto attacco con il gas in Siria, nel villaggio di al-Shifunieh, Ghouta orientale, il 25 febbraio 2018. L’offensiva fu iniziata poco dopo che le Nazioni Unite avevano approvato una risoluzione che chiedeva la cessazione delle ostilità in Siria per 30 giorni.


Catalina Martin-Chico ha ritratto in Colombia un’ex guerrigliera delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) incinta per la sesta volta, dopo cinque gravidanze interrotte durante gli anni di affiliazione al gruppo di guerriglieri. Dagli accordi di pace del 2016 c’è stato un vero e proprio “baby boom” tra le ex guerrigliere.
Chris McGrath è in corsa con una foto sull’omicidio di Jamal Khashoggi: scattata il 15 ottobre 2018, ritrae un uomo che cerca di trattenere giornalisti e fotografi accorsi davanti al consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, durante le indagini sull’uccisione del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi.

John Moore con la famosa foto della bambina honduregna di due anni che piange ai piedi della madre, fermata e perquisita da un agente di frontiere Usa a McAllen, sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti.

Infine Brent Stirton, con lo scatto “The Brave One”. E’ il ritratto di un’agente dello Zimbabwe membro dell’unità anti-bracconaggio Akashinga (“le coraggiose” nel dialetto locale). La squadra è formata da sole donne ed è nata per creare un’opportunità alle ragazze e per far fronte ai problemi degli agenti anti-bracconaggio: corruzione continua, nepotismo, ubriachezza, aggressività nei confronti delle comunità locali e , più in generale, da una mancanza complessiva di legalità. È stata scattata nel Parco naturale Phundundu Wildlife Park


Il nuovo premio – Con l’edizione 2019 èstato introdotto un nuovo premio, chiamato “World Press Photo Story of the Year”, che prende in considerazione gli scatti che riguardano un tema importante dell’anno. Valorizza non solo la foto ma anche la creatività visiva, il montaggio e l’editing. Sui tre nominati due sono italiani: Gualazzini è tra i finalisti anche di questa categoria sempre con una foto sulla crisi umanitaria in Ciad. Poi Lorenzo Tugnoli, con le foto scattate per il Washington Post sulla guerra in Yemen. Il suo scatto ritrae una donna che chiede l’elemosina ad Azzan. La donna indossa un burqa nero e tiene in braccio un bambino vestito d’arancione.
Il terzo candidato è Pieter Ten Hoopen, con lo scatto di un camion che si ferma in Messico per dare un passaggio ai migranti della carovana diretta negli Stati Uniti.

“General News” – Daniele Volpe è un fotografo italiano che ha fatto del Guatemala il suo Paese di residenza e il protagonista di molti suoi scatti. Anche per la sua candidatura nella sezione “General News” ha presentato una foto del Guatemala: si intitola “Still life volcano” e ritrae la sala da pranzo di un’abitazione di San Miguel Los Lotes, abbandonata e ricoperta di cenere dopo l’eruzione del Vulcano de Fuego, lo scorso 3 giugno.