Avrebbe compiuto 38 anni oggi, lunedì 17 dicembre, Nicoletta Nardoni, l’italiana originaria di Mozzate, in provincia di Como, rimasta vittima dell’incidente che nella notte di domenica ha coinvolto un pullman Flixbus all’altezza di Zurigo. La donna, separata e madre di due bambini, era diretta in Germania dove si sarebbe ricongiunta con una parte della famiglia per festeggiare il suo compleanno.

Il fratello – «Ce l’hanno detto dalla polizia di Zurigo che mia sorella era morta – dichiara il fratello Cristian sentito dal quotidiano La Stampa – mio padre è stato tutta la mattina ad aspettare il pullman alla fermata. Ha iniziato a preoccuparsi. Ha chiamato la polizia e ha saputo la notizia». Il padre Domenico, che insieme col figlio lavora in un ristorante a Stoccarda, al momento non ha rilasciato dichiarazioni.

L’incidente – Il bus low-cost con a bordo 51 persone, di cui 16 italiane, era partito da Genova ed era diretto a Düsseldorf. Intorno alle 4.00 del mattino si trovava all’imbocco dello svincolo per il centro di Zurigo, uno stretto viadotto rimasto incompiuto dagli anni ’70. Avrebbe dovuto svoltare a destra, invece ha virato a sinistra dove si è schiantato contro il muro che interrompe un moncone di autostrada, di cui si viene allertati soltanto con un generico segnale di pericolo. 43 i feriti, che ora sono ricoverati in sette diversi ospedali della regione. Tra di loro anche i due autisti. L’uomo in quel momento al volante, Federico Mauri, 57 anni, ha riportato lesioni gravi ma non risulta in pericolo di vita. In condizioni critiche, invece, il conducente di 61 anni che avrebbe dovuto dargli il cambio alla guida del torpedone. Grave anche una passeggera di nazionalità russa.

I testimoni – Sulla carreggiata al momento dell’incidente era presente anche un tassista che ricorda di aver sentito «un gran botto» e di aver visto «molti altri automobilisti in difficoltà». «Io viaggiavo davanti al pullman e sono riuscito a non andare a sbattere perché ho tirato il freno a mano – sono le sue parole riportate da Repubblica – me la sono cavata con un testacoda e uno spavento». A peggiorare la situazione sarebbero stati anche il maltempo e la strada ghiacciata, ma un passeggero di origini colombiane ascoltato da un’emittente privata ha riconosciuto la responsabilità del pilota: «Siamo arrivati in prossimità di una curva ad andatura troppo sostenuta».