C’è un mazzo di rose rosse, legate con una coccarda blu, sul suo banco, nell’emiciclo di Palazzo Madama. Il Senato ha voluto rendere omaggio così al grande direttore d’orchestra Claudio Abbado, nominato senatore a vita lo scorso 30 agosto, e scomparso lunedì mattina nella sua casa di Piazza Santo Stefano a Bologna. A pochi passi più in là, nello storico complesso monumentale delle Sette Chiese, sarà allestita la camera ardente: dalle 14 di martedì fino alla mezzanotte di mercoledì, nella chiesa di San Vitale agricola. Mentre amici, collaboratori e cittadini già iniziano il via vai verso Santo Stefano, è attesa nel primo pomeriggio di martedì, la visita del presidente Giorgio Napolitano.
“La scomparsa di Claudio Abbado è motivo di forte commozione e dolore per me personalmente e di profondo cordoglio per l’Italia e per la cultura”, ha commentato il Presidente della Repubblica, “Egli ha affrontato fino all’ultimo con straordinaria forza di volontà gli assalti del male che lo aveva colpito numerosi anni fa e che si era da qualche mese ripresentato nelle forme più aggressive e fatali”. Da settembre la malattia con la quale combatteva da anni lo aveva costretto ad annullare tutti i concerti in programma con la sua Orchestra Mozart, tanto che la formazione bolognese pochi giorni fa aveva annunciato di voler interrompere tutte le attività: senza la bacchetta carismatica del suo fondatore non aveva più senso fare musica.
Figlio d’arte, Abbado si era diplomato al Conservatorio di Milano, la città in cui era nato (e tifava Milan guardando le partite anche quando era in tour). Neanche trentenne aveva debuttato alla Scala, per poi diventarne direttore artistico dal 1968 al 1986. C’era lui sul podio dello storico teatro milanese la sera del 7 dicembre 1968, durante la famosa contestazione a colpi di uova marce. Sempre sotto la sua direzione, nel 1972, furono inaugurati i Concerti per studenti e lavoratori, testimonianza della profonda volontà di avvicinare alla lirica anche le classi meno abbienti. Dopo l’esperienza alla Scala, un’ascesa inarrestabile, alla direzione delle orchestre più importanti del mondo.
Tantissimi i messaggi di omaggio al “rivoluzionario del podio”, non solo dalle istituzioni e dai politici, ma da parte di tutto il mondo della musica internazionale. “La sua scomparsa impoverisce fortemente il mondo della musica e dell’arte. Abbado ha segnato la storia della direzione d’orchestra e dell’interpretazione musicale”, ha dichiarato lo storico “rivale” Riccardo Muti. “Da oggi l’Italia è più povera”: così Riccardo Chailly, designato come futuro direttore musicale della Scala, ha commentato la scomparsa del Maestro. “Sembrava davvero che avesse il tocco di Mida”, questo, invece, il ricordo di Antonio Pappano, direttore della Royale Opera di Londra, “Ogni cosa che portava in vita brillava di una luce vigorosa. Che fosse in un teatro d’opera, sul podio di un concerto, in uno studio di registrazione o che fosse circondato dalla crème de la crème dei giovani musicisti, lui è da ogni punto di vista un gigante”.
Anche il mondo della cultura milanese non ha fatto attendere il proprio cordoglio. Il direttore musicale della Teatro alla Scala, Daniel Barenboim lunedì 27 alle 18, dirigerà l’Orchestra Filarmonica che eseguirà la Marcia funebre dall’Eroica di Beethoven, in memoria del maestro scomparso: sala vuota, porte aperte e altoparlanti in piazza che diffonderanno la musica. Il Piccolo ha già deciso di ricordare Claudio Abbado domenica 2 febbraio alle 20,30 al Teatro Strehler con la proiezione di “Il viaggio a Reims” diretto da Abbado con la regia di Ronconi. Nel frattempo la decisione di indire il lutto cittadino è rinviata a un consulto con i familiari, che ha chiesto di non inviare fiori e necrologi, ma di esprimere il proprio ricordo con donazioni al centro di ematologia oncologia pediatrica di Bologna. “Visto il loro desiderio di riservatezza potrebbero non apprezzare la giornata di lutto”, spiega il sindaco Giuliano Pisapia, “decideremo anche in base alle loro volontà”.
Stefania Cicco