Docente universitario, spia dell’MI6 e poi autore di spy story. Il mondo dice addio allo scrittore John Le Carré (pseudonimo di David J. M. Cornwell), che si è spento sabato 12 dicembre al Royal Cornwall Hospital, in Cornovaglia. Aveva 89 anni. L’agente Jonny Geller, dando la notizia, ha parlato di una breve malattia che avrebbe colpito lo scrittore, specificando che non si tratta in alcun modo di Coronavirus. La famiglia ha poi comunicato che si è trattato di una polmonite. Nato nel 1931 a Poole, nel Dorsetshire, Cornwell lascia quattro figli e la moglie Valerie Jane Eustace.

Dall’università ai servizi segreti – La laurea in Letteratura tedesca aprì a Le Carré una carriera da docente universitario al prestigioso Eton College. Ruolo che abbandonò nel 1959 dopo soli due anni per lavorare alle dipendenze del ministero degli Esteri, prima a Bonn e poi ad Amburgo. È in questo periodo che viene reclutato dall’MI6, diventando lui stesso parte dei Servizi Segreti di Sua Maestà.

La carriera da scrittore – Proprio da quel mondo dello spionaggio, che Le Carré conosce in prima persona, nasce il primo romanzo dell’autore Chiamata per il morto, pubblicato nel 1961. Con lui appare anche per la prima volta il personaggio di George Smiley, che sarà protagonista di gran parte delle sue opere. Smiley entra poi nell’immaginario del grande pubblico con l’interpretazione di Gary Oldman nel film La Talpa del 2011, celebre pellicola tratta dal romanzo che nel 1974 portò Le Carré in vetta alle classifiche internazionali.

Gary Oldman ne La Talpa del 2011

Già nel 1963, però, lo scrittore si era guadagnato l’attenzione con “La spia che venne dal freddo“. Da quell’anno i suoi romanzi riempiono gli scaffali di tutto il mondo: L’onorevole scolaro, Tutti gli uomini di Smiley, Chiamata per il morto, La casa Russia. Tra le più recenti, Un passato da spia e La spia che corre sul campo. Le Carré fu particolarmente apprezzato per la sua capacità di creare personaggi tridimensionali, realistici e ben lontani dal fascinoso Bond. Lo scrittore non nascose mai di aver raccontato nei propri romanzi parte della propria esperienza diretta, precisando però di averla romanzata. «Ho usato molti termini autentici, ma la verità è che preferisco il mio di linguaggio», ammise durante una delle prima interviste.

L’interesse per la politica e l’attualità – John Le Carré evitò sempre di trincerarsi nel mondo di segreti e colpi di scena in cui ambientava i propri thriller. Il suo sguardo è sempre stato attento all’attualità e alla politica britannica a cui lanciò non poche critiche. Dalle accuse di corruzione verso i potenti alla Brexit, definita senza mezzi termini in uno dei suoi ultimi scritti «un’auto immolazione».

Il cordoglio dei suoi lettori – La scomparsa di John Le Carré ha gettato nello sconforto i suoi lettori che lo hanno ricordato in commossi post pubblicati sui social. Tra chi ha riscoperto nella propria libreria i suoi romanzi più di successo, «da rileggere ancora e ancora con immensa gratitudine», a chi lo cita come profondo conoscitore della politica e dei sistemi di potere. A condensare queste due anime dello scrittore è stato il collega Stephen King che, in un tweet, lo saluta definendolo «un gigante della letteratura e uno spirito umanitario».