Un divo timido. Così può essere ricordato William Hurt, uno degli interpreti simbolo della Hollywood degli anni Ottanta, morto per cause naturali domenica 13 marzo all’età di 71 anni. Il mondo del cinema perde un carattere versatile, che ha vissuto una vita privata non facile e conosciuto la fama nel 1986, quando vinse l’Oscar come miglior attore protagonista ne Il bacio della donna ragno. Qualche anno fa, parlando al New York Times, si definì «un caratterista intrappolato nel corpo di un attore protagonista».

Gli inizi – Nato a Washington nel 1950, William Hurt si fa notare già all’esordio sul grande schermo in Stati di allucinazione di Ken Russell, interpretando un ricercatore interessato agli effetti della deprivazione sensoriale, ottenuta tramite l’immersione in una vasca. Il film esce nel 1980 e gli vale l’immediata nomination ai Golden Globe come miglior attore emergente. Solo l’anno successivo Hurt viene chiamato da altri due importantissimi registi americani: Peter Yates lo vuole per Uno scomodo testimone, Lawrence Kasdan lo sceglie per Brivido caldo, un neo-noir divenuto cult anche per la partecipazione di Kathleen Turner. Tra le performance più apprezzate quelle del 1983 nel thriller Gorky park e nel cult corale Il grande freddo.

Il successo – La svolta della carriera arriva nel 1986, quando recita ne Il bacio della donna ragno di Hector Babenco nei panni di Luis Molina, un omosessuale che condivide la cella con un prigioniero politico. Vince l’Oscar come miglior attore protagonista e viene premiato anche al Festival di Cannes e ai David di Donatello. Da quel momento diventa anche uno dei beniamini dell’Academy, tanto da avere altre due nomination di fila: la prima per il drammatico Figli di un Dio minore di Randa Haines, la seconda per il più leggero Dentro la notizia di James L. Brooks.

Gli ultimi ruoli – Nel 2001 Steven Spielberg lo sceglie per A.I. – Intelligenza artificiale in un ruolo secondario ma ugualmente ben riuscito. Più significativa la sua prova nel lungometraggio The Village di M. Night Shyamalan, un horror sull’America del post 11 settembre. Nel 2005 A History of Violence di David Cronenberg lo porta a ottenere la sua quarta e ultima nomination agli Oscar. Negli ultimi anni aveva iniziato a recitare nel mondo dei supereroi, dentro e fuori la Marvel. È lui il generale Thaddeus Ross che compare ne L’Incredibile Hulk, in Captain America: Civil War e in Avengers: Infinity War.

La vita privata – William Hurt è sempre stato molto attento a tutelare la sua privacy. L’infanzia è stata segnata dal divorzio dei genitori e l’adolescenza dalla prematura morte della madre. Anche la sua vita matrimoniale è stata turbolenta: ha avuto tre figli da due matrimoni e un quarto è arrivato da un’altra relazione, l’ultima con l’attrice Sandrine Bonnaire. Hurt ha avuto problemi di droga e in passato ha dovuto affrontare una lunga battaglia contro il cancro, prima diagnosticato alla prostata e poi diffusosi anche alle ossa. Solo nel 2018 l’attore dichiarò di essersi sottoposto anche a delle cure sperimentali che diminuivano radicalmente gli effetti collaterali della chemioterapia. La famiglia ha confermato la notizia della sua morte con una nota: «È con grande tristezza cha la famiglia Hurt piange la scomparsa di William Hurt, amato padre e attore premio Oscar, avvenuta il 13 marzo 2022, una settimana prima del suo 72esimo compleanno. È morto serenamente in famiglia, per cause naturali. La famiglia chiede privacy in questo momento».