Cambi ai vertici Rai e non solo. Il 17 febbraio, l’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto ha nominato Andrea Fabiano direttore di Rai1, Ilaria Dallatana di Rai2 e Daria Bignardi di Rai3. Il 18 febbraio, l’annuncio che formalizzerà il tutto durante il Consiglio di amministrazione. Le scelte sono state «basate su esperienza e merito, autonomia dai partiti, nel segno della valorizzazione delle risorse interne», ha dichiarato Dall’Orto allontanando le ombre delle pressioni subite per fare scelte differenti.

Novità non solo nell’amministrazione, ma anche nel palinsesto. L’obiettivo: ringiovanire la direzione, renderla più attenta ai cambiamenti e alle nuove sensibilità degli under 35. Il pubblico che la Rai vuole conquistare è quello dei giovani, quelli che stanno sempre più fuggendo alla tv. Da questo punto di vista l’anagrafe conforta. Il neodirettore di Raiuno, Andrea Fabiano, è del 1976 e sarà il più giovane responsabile Rai. Il master ad Harvard lo avvicina alle nuove generazioni che guardano sempre più oltre i confini nazionali. Anche Ilaria Dallatana e Daria Bignardi sono della nuova guardia, 48 anni per la prima, 55 per la seconda.

©I tre direttori.

I tre direttori. Andra Fabiano, Ilaria Dallatana e Daria Bignardi ©Ansa

I malumori in via Mazzini si sono fatti sentire, anche perché si teme l’effetto boomerang della scelta di Dall’Orto. Che ne sarà dello zoccolo duro dei vecchi affezionati allo standard Rai? Il ringiovanimento potrebbe allontanare un pubblico ormai fidelizzato? In molti temono il danno pubblicitario nel caso di fuga dei “big spender”. Si dovranno ripensare anche gli accordi e i contratti con i giganti del talkshow e dell’intrattenimento serale: Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Giovanni Floris o Maurizio Crozza. La Rai è in cerca di qualità e batte la strada della discontinuità. Diceva Dall’Orto su Il Foglio:«Quando parlo di “discontinuità” per la Rai, parlo di un concetto semplice che riguarda in modo profondo questa azienda. L’impressione è che la Rai, e questo accade ormai da molti anni, sia costantemente rimasta due passi indietro rispetto alla velocità della società».

Alessio Chiodi