L’hanno sfogliato tre generazioni di lettori. Le sue pagine hanno ospitato le strisce di Charlie Brown, Valentina, Braccio di Ferro, Dick Tracy e tanti altri. Una storia lunga cinquant’anni, fatta di alti e di bassi, di sogni e di racconti, di personaggi. George Wolinski – uno dei vignettisti di Charlie Hebdo assassinato a a Parigi – si era fatto conoscere nel nostro Paese proprio grazie a questa rivista. Stiamo parlando di linus, con la “l” minuscola, storico mensile di fumetti e satira fondato da Giovanni Gandini nell’aprile del 1965.
La grande innovazione di linus è quella di non essere pensato espressamente per un pubblico di ragazzi ma di essere mirato ad un’utenza adulta e colta col chiaro intento di dare al fumetto dignità e spessore culturale. L’intenzione di riconoscere il fumetto come nona arte è evidente dal primo articolo pubblicato sulla rivista: un’intervista di Umberto Eco a Elio Vittorini ed Oreste Del Buono incentrata su Charlie Brown e i fumetti.
Altra peculiarità è il rapporto con i lettori che vengono personalmente chiamati in causa con la posta di Charlie Brown, l’invio di propri fumetti, referendum tra il serio e il faceto, con – ovvi ma non classici – inviti all’abbonamento; il tutto, e sempre, con un irresistibile spirito goliardico: in fondo si tratta pur sempre di fumetti.
La presentazione ufficiale era avvenuta il 1° aprile 1965, in via Verdi, presso la Milano Libri (che da allora in poi avrebbe distribuito la rivista), cinquant’anni dopo l’Università Statale di Milano ne celebra il mezzo secolo nella sala Napoleonica di Palazzo Greppi.
Ospiti d’onore della conferenza Eco stesso, e Bruno Cavallone, storico traduttore del mensile. Il programma dell’incontro prevede anche la proiezione del documentario Da Charlie Brown a Valentina. Storia di una rivoluzione a colpi di matita, del regista Elia Romanelli: un omaggio a linus attraverso interviste e testimonianze agli autori e ai redattori che si sono avvicendati nel corso degli anni.
Di questa storia di cultura, divertimento e audacia intellettuale restano tracce nella banca dati di Apice, il Centro dell’Università Statale di Milano che custodisce il ricco fondo di manoscritti, corrispondenza, disegni e volumi che appartennero a Giovanni Gandini e quello della Casa editrice Milano Libri, un punto di riferimento per gli amanti del fumetto.
Flavio Bianco