«Credo che mio padre, B.B. King, sia stato assassinato». A dodici giorni dalla sua morte ancora non c’è pace per il re del Blues. Quella che in un primo momento era sembrata la normale fine di un uomo di 89 anni malato di diabete potrebbe trasformarsi in un giallo. Di certo diventerà una battaglia legale per l’eredità del grande musicista afroamericano. Il 25 maggio, due delle figlie di Riley B. King, vero nome di B.B. King, hanno accusato i collaboratori del padre di averne causato volontariamente la morte.

Malato da oltre vent’anni di diabete, King è morto nel sonno il 14 maggio, nella sua casa di Las Vegas. Nessuna indagine è stata condotta al momento della morte. Il medico curante parlò subito di alcuni ictus causati dal diabete come causa della morte, ma le figlie di King pensano che la verità sia più complessa. «Credo che mio padre sia stato avvelenato», in due diverse ma simili dichiarazioni scritte, Patty King e Karen Williams sostengono che due dei collaboratori del padre gli abbiano somministrato volontariamente farmaci che gli inducessero uno shock diabetico. Il medico legale di Clark County, John Fudenberg, che ha eseguito l’autopsia sul musicista, ha dichiarato alla CNN: «Al momento non ci sono prove che sostengano l’ipotesi dell’avvelenamento». Tuttavia, per gli esiti degli esami tossicologici sarà necessario attendere almeno sei settimane.

Le accuse delle figlie si concentrano in particolare sul manager di King, LaVerne Toney e il suo assistente personale Myron Johnson. I due accusati di aver sequestrato King nelle sue ultime settimane, impedendo ai familiari di vederlo e affidandolo alle cure di persone non competenti. Toney, interpellato dalla stampa americana, ha così riposto: «Le accuse sono ridicole, King è stato assistito fino all’ultimo da tre medici competenti». La procura locale sembra non dare molto credito alle accuse delle figlie e ha smentito pubblicamente la voce secondo cui avrebbe aperto un’inchiesta. L’accusa delle figlie potrebbe essere solo la prima mossa di quella che si annuncia come una lunga battaglia legale per l’eredità del re del Blues. Torney infatti è il gestore unico del patrimonio di King. Una fortuna stimata in diverse decine di milioni di dollari, che sarà contesa da 15 tra figli e figlie nati da due matrimoni e numerose relazioni clandestine. Un capitolo della storia del chitarrista nato in una piantagione di cotone che si preannuncia lungo e travagliato.

Antonio Lusardi