Ore 10. Escono i biglietti per il concerto del mio cantante preferito. Mi collego al sito autorizzato, ma alle 10:05 l’evento è già sold out. Dopo pochi minuti, i biglietti riappaiono in altri siti a un prezzo molto più alto. Di chi è la colpa? Del secondary ticketing, fenomeno online che, tra proteste e azioni legali, ha creato problemi al mondo della musica dal vivo. L’Italia ha tentato di sradicare questa tendenza negativa: il biglietto nominale anti-bagarinaggio è legge dal 1° luglio 2019.

 Italia vs. secondary ticketing – Il secondary ticketing è quel fenomeno che riprende le caratteristiche del vecchio bagarinaggio e le replica nel web. È un circuito parallelo al mercato ufficiale che rimette in vendita i biglietti ancora disponibili, chiedendo una commissione per il servizio. Soprattutto in occasione di grandi concerti, sui portali autorizzati i biglietti si esauriscono nel giro di pochi minuti, per poi riapparire su altri siti di rivendita a prezzo maggiorato: il risultato è che spesso i biglietti risultano sold out, ma ai concerti ci sono interi settori con posti vuoti.
Per contrastare il fenomeno l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato giovedì 27 giugno un provvedimento con le «Misure attuative in materia di vendita o qualsiasi altra forma di collocamento di titoli di accesso» agli eventi di musica live, con indicazioni anche sul cambio degli intestatari dei ticket e la rimessa in vendita di titoli di accesso nominativi. Secondo il provvedimento «la rimessa in vendita e il cambio di nominativo di un titolo sono consentiti al relativo intestatario e all’acquirente», purché non corrispondano a pratiche lucrative.
Dal 1° luglio 2019 il provvedimento è diventato legge (articolo 545-bis della legge 232/2016) e compare nella Legge di Bilancio 2019 come «emendamento Battelli» per il contrasto al secondary ticketing. Interessa tutti gli spettacoli in impianti con capienza superiore a 5mila spettatori, «con l’esclusione degli spettacoli di attività lirica, sinfonica e cameristica, prosa, jazz, balletto, danza e circo contemporaneo». Per gli eventi interessati, i titoli d’accesso devono essere nominativi e dovranno essere presentati insieme alla carta d’identità, minorenni compresi. Sul biglietto devono quindi comparire nome e cognome della persona che assisterà allo spettacolo: in caso di mancata coincidenza, il titolo di accesso perde validità. La novità riprende le modalità attuate per le manifestazioni sportive – come le partite di calcio – che prevedono la presentazione di biglietto nominale e carta d’identità al momento dell’ingresso allo stadio.

La giustizia in campo – Un importante stimolo a una legislazione sul secondary ticketing è arrivato dal processo a Live Nation Italia (azienda di organizzazione concerti) e Viagogo (sito di rivendita di biglietti) che si è concluso il 13 febbraio 2019. L’accusa chiedeva condanne per truffa rispetto alla vendita online dei biglietti di grandi concerti tra il 2011 e il 2016 – tra cui quelli di Bruce Springsteen e del Coldplay – da cui Live Nation Italia avrebbe ricavato oltre un milione di euro.
Nonostante la sentenza di assoluzione per i vertici delle aziende coinvolte dal processo, è stata avvertita la necessità di porre un freno a un fenomeno quasi deregolamentato. Secondo la nuova legge saranno gli stessi portali autorizzati a dover assicurare il servizio di rivendita e Agcom è stato incaricato di vigilare sui passaggi di cambio nome, tracciati e sottoposti ad accertamenti.

Il mondo della musica live – Il fenomeno del secondary ticketing è ancora più rilevante se messo in relazione ai soldi che girano nel mercato della musica live. Secondo le statistiche di Pwc Italia, nel 2017 gli spettacoli dal vivo hanno portato nelle tasche dell’industria musicale quasi 25 miliardi di dollari, con una previsione di crescita che farà toccare i 30 miliardi nel 2022. L’Italia è sesta in questa classifica: nel 2017 incassati 721 milioni di dollari (quasi 650 milioni di euro) da spettacoli e concerti. Tra gli artisti che muovono i numeri maggiori ci sono Ed Sheeran e la coppia Beyonce & Jay-Z, entrambi passati per il nostro Paese durante i loro ultimi tour mondiali.
I ricavi aumentano ma il numero di biglietti venduti scende: meno 11% nel 2018 rispetto all’anno precedente. Cosa rende possibile questo fenomeno? L’aumento dei prezzi. Rispetto al 2017, il prezzo medio per assistere ad un concerto è aumentato di dieci dollari (circa 8 euro) per ogni singolo biglietto, passando da una media di 84,63 a 94,31 dollari. Ma ora che l’Italia ha dichiarato guerra al secondary ticketing, c’è speranza per i fan della musica dal vivo che i prezzi possano tornare a scendere.