«La metropolitana di New York appartiene a tutti. Come nei film, sono gli eroi delle loro storie». Con queste parole, Matthieu Blazy, ci regala la sua seconda prova come Direttore creativo di Chanel Blazy e la sua prima collezione per i Métiers d’Art, la collezione suprema che unisce le eccellenze artigiane e le diffonde ogni volta in una città differente. E per il suo debutto non poteva non scegliere la metropoli più iconica del mondo: quella del Diavolo veste Prada e di Sex and the City: «Tutti la usano. Ci sono studenti e innovatori, statisti e adolescenti. È un luogo pieno di incontri enigmatici ma meravigliosi, uno scontro di archetipi pop, dove tutti hanno un posto dove andare e ognuno è unico in ciò che indossa».
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Location – Lo show Métiers d’Art 2026 ha preso vita ieri, 3 dicembre, in una stazione della metropolitana abbandonata sulla Bowery, nella zona di Lower Manhattan. Per l’occasione, sono stati installati degli altoparlanti per diffondere il rumore dei treni, vecchi telefoni pubblici e file di panche realizzate su misura. Ma è quando le luci si sono abbassate che c’è stata la vera magia: un treno è entrato in stazione e dalle porte dei vagoni sono scese ottanta modelle, passeggiando e muovendosi caoticamente sulla banchina, come emerse da un film collettivo, come in un flashmob. «Ero interessato alla metropolitana di New York perché penso che sia l’unica al mondo utilizzata da ogni ceto sociale – ha dichiarato Blazy -. Penso sia un luogo privo di gerarchia». Come ogni scelta nel mondo della moda, quella di ambientare il défilé nella Grande Mela, è tutto tranne che casuale. Quando nel 1931 Coco Chanel arrivò a New York, raccontò di essere rimasta colpita dalla quantità di donne che indossavano le sue creazioni, diventate quasi una sorta di uniforme. È esattamente quella la sensazione che Blazy ha voluto rievocare, riadattandola però al presente e portando in scena una femminilità contemporanea, più dinamica ed eclettica.
Chimera urbana – L’archetipo della donna newyorkese. È ciò che ogni modella ha rappresentato e portato in scena. Dalla studentessa in abbigliamento formale che indossava dei “jeans non jeans”: pantaloni di seta realizzati con una tecnica esclusiva di Lesage, uno degli atelier del polo 19M di Chanel. All’elegante signora dell’alta società avvolta nella sua ampia mantella nera. «Una giornalista degli anni ’70 e una donna d’affari degli anni ’80 che si appresta a conquistare il mondo», ha dichiarato Blazy. Come in un film, o nella realtà di tutti i giorni di una città come New York, le top model hanno interpretato un ruolo, dando vita a tutte le anime della maison. Chi legge un giornale, chi parla al telefono, chi tiene in mano un caffè, chi corre su per le scale perché in ritardo a lavoro. Business women e studentesse si sono alternate a raffinate e moderne Audrey Hepburn. Questa nuova collezione è una chimera urbana, un sogno che diventa concretezza, capace di coniugare praticità ed eleganza anche e soprattutto per i vestiti meno adatti alla quotidianità.
Tra arte e cultura pop – Décolleté bicolori, cappotti essenziali, blazer con le frange (una delle tendenze dell’anno), pantaloni a palazzo di seta: sono i pezzi forti che irrompono con forza in questa nuova collezione. Ma anche abbinamenti semplici, più comodi, come maglioni oversize contrapposti all’eleganza di abiti lunghi scintillanti e all’audacia dei tessuti animalier. Completi di jeans decorati e quelli in pelle nera con maxi pon pon rossi di pelliccia in corrispondenza delle maniche. Non è mancato l’iconico tailleur in tweed di casa Chanel: rivisitato questa volta in chiave più coraggiosa, sfrontata e sexy. Matthieu Blazy non ha dubbi: va indossato con una t-shirt bianca, in questo caso con la scritta “I love NYC”. Una collezione, la sua, che diventa narrazione non lineare, capace di muoversi alla perfezione dal 1920 a un futuro prossimo e di mescolare art déco e pop culture.




