I musei italiani dicono addio alla settimana della cultura. Almeno per ora. La crisi economica ha colpito di nuovo. Questa volta tocca al Ministero dei Beni Culturali, costretto ad annullare la Settimana della cultura, che da anni, per sette giorni, consente l’ingresso gratuito nei circa 419 musei statali e siti archeologici. Stop anche ai musei gratis l’8 marzo per la festa della donna, mentre sarà confermata la promozione “entri due paghi uno” di San Valentino.

“Non si possono fare i saldi in piena stagione”, ha affermato Anna Maria Buzzi, Direttore Generale del Mibac per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. Solo colpa della crisi e del conseguente calo dei “consumi culturali”? La questione, secondo la Buzzi, è un’altra: “Da un’indagine condotta attraverso sito del Mibac su un campione di 15mila utenti, è emerso che soltanto il 17 per cento dei visitatori mostrava di gradire la Settimana della Cultura. Al contrario”, prosegue il dirigente del Mibac, “l’80 per cento  degli intervistati si è detto favorevole a iniziative quali l’ingresso gratuito ai musei nell’ultima domenica del mese”.

Un’opzione che la Buzzi preferisce: “Quand’è che i negozi fanno i saldi? A fine stagione. Non mi sembra logico tenere aperti i musei per una settimana nel periodo clou dell’anno. La cultura deve anche generare ricchezza. Meglio offrire a tutti la possibilità di visitarli a fine mese quando le famiglie italiane sono veramente in difficoltà e in un periodo di bassa affluenza nei siti, come novembre”.

A causa del notevole calo degli ingressi nei musei (il 10,44 per cento in meno dei primi nove mesi del 2012), al Mibac si sta considerando anche la possibilità di una revisione dei biglietti gratuiti per gli over 65 (trasformandoli magari in ridotti, come avviene in molti Paesi europei), e lo slittamento ai 29 anni per la riduzione. L’ ultima parola sulla questione spetterà, in ogni caso, al prossimo ministro dei Beni culturali.

Stefania Cicco