Poster di Cloud Atlas

Poster di Cloud Atlas

Tom Hanks è calvo, una cicatrice gli percorre il viso dalla fronte alla mascella, è privo di un occhio e ha la barba bianca. È quasi irriconoscibile e, il suo monologo, ambientato in un futuro apocalittico, apre Cloud Atlas (l’atlante delle nuvole), il nuovo film dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer.

Cambio di scena: siamo negli anni Sessanta, con Halle Berry che interpreta una giornalista d’inchiesta. Un altro salto e siamo agli inizi del Novecento, con Jim Broadbent, uno scrittore che alla macchina da scrivere batte: “Esiste un motivo per questo racconto di follia”.

Cloud Atlas si sviluppa in 172 minuti tra passato, presente e futuro, su sei piani temporali e attraverso sei secoli, con bruschi cambi d’ambientazione e una miriade di attori: dalla coreana Doona Bae a Hugh Grant, fino a David Mitchell, l’autore del romanzo omonimo alla base del film.

I registi di Matrix ci avevano già abituati a dialoghi densi e alla combinazione di fantascienza e tematiche a metà strada tra il filosofico e il new-age. Ma stavolta la densità è debordante: accompagna 600 anni di reincarnazioni dei personaggi in diversi attori.

Si esplorano il senso delle azioni umane e come le colpe degli antenati si ripercuotano sui discendenti. Insomma: le nostre azioni sono già segnate o le persone possono trasformarsi da assassini in salvatori? Domande che possono far riflettere, destare curiosità oppure infastidire, e risultare scontate per il modo con il quale vengono trattate. Un film destinato a dividere nei giudizi ma, in ogni caso, a interessare il grande pubblico.

Guarda il trailer ufficiale del film


 

Vincenzo Scagliarini