Tomoko Nagao

Tomoko Nagao

Nell’ex Stalingrado d’Italia storia operaia e pop art si incontrano. Dal 15 novembre al 15 dicembre 2017 l’emeroteca di Villa Puricella Guerra, un tempo adibita a dopolavoro per i dipendenti della Magneti Marelli, ospita l’atelier temporaneo di Tomoko Nagao. L’artista giapponese vive da diversi anni a Milano, dove ha allestito numerose esposizioni delle sue opere, che sono una sorta di allegoria dell’epoca della globalizzazione in stile kawaii, che in giapponese vuol dire “carino”. Uno stile colorato e pieno di personaggi teneri e sorridenti, simili a quelli dei cartoni per i bambini.

Il progetto – Negli spazi di Villa Puricelli, Tomoko lavorerà a tele e sculture che saranno esposte prima a Roma per una sua personale alla Galleria Alberto Sordi e poi all’Affordable Art Fair, la “fiera d’arte accessibile” di Milano. I ragazzi delle scuole sestesi, ma anche gli adulti che lo desiderino, avranno la possibilità di vederla all’opera. L’evento, promosso dall’Assessorato al Marketing Territoriale e dall’Assessorato alla Cultura, è al centro di un progetto di riqualificazione urbana che coinvolge street artist e designer. «Sono molto contenta che la città di Sesto mi abbia dato la possibilità di lavorare in questa villa. Mi piace molto, è uno spazio luminoso e ha un’architettura interessante. Il bello della street art è che ti consente di arrivare a tutti, di portare le tue opere nella quotidianità delle persone», dice l’artista nata a Nagoya.

Una delle opere in stile kawaii nello studio di Sesto San Giovanni

 

Lo stile SuperFlat – Tomoko Nagao è la più importante esponente in Italia del SuperFlat,un movimento artistico postmoderno fondato dall’artista Takashi Murakami. Questa corrente artistica integra una grande varietà di elementi della cultura giapponese, dal manga ai dipinti del XVII secolo. Le opere di Tomoko si caratterizzano per l’uso di colori fluo e materiali sempre diversi, dalle resine sintetiche ai gonfiabili. Anche le forme artistiche che adotta cambiano in continuazione: si va dalla street art alla scultura, passando per il design e la creazione di abiti di scena per il teatro.

Tomoko Nagao con i suoi collaboratori, da sinistra Akifumi Takeshita e Marine One

 

Le contaminazioni- «Nelle mie opere le icone dell’arte classica sono mixate con i simboli della globalizzazione», racconta l’artista, precisando: «La mia non vuole essere per forza una critica, voglio raccontare com’è la nostra società, confrontandola con il passato. Chi vede l’opera poi è libero di giudicare». Un esempio di questa commistione sono le sue opere dedicate al mito di Salomé: nelle statue create da Tomoko, la testa mozzata, che ha le sembianze di un personaggio dei cartoon, è quella della principessa e non quella di Giovanni Battista. Il motivo di questa scelta lo spiega lei stessa: «Salomé è una vittima, perché attraverso la sua folle richiesta cerca un gesto d’amore dal padre che non ottiene». Nelle sue grandi composizioni sono spesso presenti i marchi delle grandi multinazionali, associati a fenomeni di costume e società che richiamano l’iconografia della pittura tradizionale giapponese. È il caso della Grande onda di Hokusai, rivisitata in chiave ironico-pop, con lattine di Coca Cola e panini di McDonald che fluttuano tra le increspature. Tra i soggetti da lei reinterpretati ci sono anche delle icone della pittura rinascimentale italiana come L’ultima cena di Leonardo e la Nascita di Venere di Botticelli.

 

Opere kawaii in fase di produzione

Ha collaborato Valerio Berra