shakeFrank Underwood entra nella Stanza Ovale, si siede alla scrivania e dice: «What’s done cannot be undone» (Quel che è fatto è fatto). Forse non tutti sanno che queste parole, prima che al protagonista di House of Cards, appartengono alla spietata Lady Macbeth di William Shakespeare. Se da sempre il Bardo continua a vivere nei teatri, a quattrocento anni dalla sua morte anche il mondo delle serie tv, delle app e dei social si ispira a lui.

Shakespeare moriva il 23 aprile del 1616, a 52 anni.Oggi c’è chi remixa i suoi versi, chi lo trova perfetto per i 140 caratteri di Twitter e chi porta in scena il suo Amleto facendolo recitare da un gruppo di giovani attori palestinesi. Le parole di Shakespeare sono attuali in ogni secolo «perché nessuno le ha mai davvero capite fino in fondo. Non c’è mai una conclusione e per questo non ci stancano mai», dice Alessandra Petrina, presidente dell’Italian Association of Shakespeare and Early Modern Studies.

LE SERIE TV

Dal palazzo di corte di Riccardo III alle stanze della Casa Bianca. In House of Cards il cinico e arrivista Frank Underwood diventa Presidente degli Stati Uniti grazie a scorrettezze, bugie e tradimenti.

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“Riempimi dalla testa ai piedi della più tremenda crudeltà”, Lady Macbeth, atto 1 scena 5

Il re inglese dialogava con il pubblico: gli raccontava le sue malefatte guardandolo dritto negli occhi, abbatteva la cosiddetta “quarta parete”, quella che divide palcoscenico e spettatori. Lo stesso fa l’attore Kevin Spacey, parlando ai fan attraverso l’occhio della telecamera. «Sono personaggi che ci rivelano il loro lato oscuro, che ci coinvolgono. Ci dicono tutto ciò che di brutto hanno fatto ma noi, inevitabilmente, non riusciamo a non amarli», spiega Petrina. E lo stesso meccanismo scatta verso la protagonista femminile, presente in ogni storia che si rispetti. Al fianco di Frank c’è Claire, trasposizione moderna della crudele Lady Macbeth, disposta a ingannare anche il proprio marito pur di arrivare alla vetta.

Le trame del Bardo hanno ispirato anche il regista di Buffy – l’ammazzavampiri che nel personaggio di Cordelia ha fatto rivivere la cattiveria dell’omonima figlia di Re Lear. Ricca, prepotente e viziata, la reginetta della scuola (o di corte) non cambia mai.

I toni cupi e le faide famigliari tipiche della trama di Re Lear rivivono nella serie tv americana rivelazione dell’anno: Empire. Il protagonista, Lucious Lyon è un ex criminale diventato imprenditore di successo a capo dell’etichetta discografica Empire Entertainment. «È una serie sui soldi, su come l’avidità possa condizionare le vite degli uomini e distruggerle. Per questo motivo è tremendamente autentica e realistica», ha dichiarato Taraji Penda Henson, straordinaria interprete dell’eccentrica e determinatissima Cookie, ex moglie di Lucious.

LE APP E IL MONDO 2.0

Con uno smartphone Shakespeare lo si può imparare, citare e sfidare. E per i più creativi c’è anche la possibilità di mixare i suoi versi.

Per ricordare il poeta di Stratford-Upon-Avon c’è anche un hashtag: #PlayYourPart. Lanciato a gennaio su Twitter, è entrato più volte nella classifica dei Top Trend. L’appuntamento social si inserisce all’interno della campagna ShakespeareLives lanciata dal premier britannico David Cameron. E le nuove monete da due sterline di Sua Maestà porteranno impresse sul loro dorso le immagini più famose delle tragedie shakespeariane: la rosa e il teschio, la corona e la spada.

In Italia Radio2 ha pensato a un grande Funeral Party in diretta, venerdì 22 aprile. Tra le 17.30 e le 19.00, gli ascoltatori sono chiamati a recitare i versi del Bardo da un immaginario palcoscenico, senza limiti di luogo e di contenuto. Amleto sbarca così sui mezzi pubblici, i sonetti trovano casa in mezzo a una piazza e i più appassionati si siedono ai tavoli di cene a tema.

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CINEMA E TEATRO

Prima Sherlock Holmes, poi Alan Turing e infine Amleto: anche l’attore Benedict Cumberbatch ha scelto di vestire i panni di uno dei personaggi di Shakespeare. La pellicola, trasmessa sul grande schermo il 19 e il 20 aprile, è stata realizzata grazie al progetto National Theatre Live che propone il meglio delle produzioni del teatro londinese in lingua originale sottotitolato in italiano.

La nuova vita di Shakespeare non poteva non passare anche dal palcoscenico. Quattrocento anni fa era il Globe Theatre, oggi è lo Stabile di Torino. La trama è la stessa, quella della storia dell’uomo moderno per eccellenza, Amleto. Ma a reinterpretarla c’è gruppo di giovani artisti palestinesi. Il loro eroe si ritrova a Gerusalemme, al centro di un dialogo quasi impossibile fra israeliani e palestinesi. Lo spazio da riempire è quello del palcoscenico torinese dove lo spettacolo – dal 29 marzo al 10 aprile – ha raggiunto il “tutto esaurito”. A dirigere i giovani di Gerusalemme Est c’è Gabriele Vacis con l’attore Marco Paolini. Per Vacis questi ragazzi incontrano tutti i giorni i temi proposti da Amleto. «Devono fare i conti con l’essere o non essere, con i padri, con l’idea di vendetta. Per loro l’Amleto è una realtà contemporanea», racconta il regista. Perché la forza di Shakespeare è proprio questa: un messaggio che non solo sopravvive secolo dopo secolo, ma propone sempre una riflessione. In qualsiasi parte del mondo.

Federica Scutari
Federica Villa