Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura nel 2007, abbandonò la scuola a soli 13 anni (foto Ansa)

Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura nel 2007, abbandonò la scuola a soli 13 anni (foto Ansa)

Doris Lessing, in un’epoca in cui il libero pensiero femminile era ancora un territorio di frontiera, era una ribelle. E lo era già a 13 anni, quando lasciò la scuola per poi formarsi completamente da autodidatta. Era il luogo che avrebbe dovuto formare la sua identità e la sua scrittura di donna, e invece si era trasformato per lei in un’esperienza sgradevole e deludente.

Doris trascorre l’infanzia nella fattoria dei suoi genitori. Il padre, Alfred Cook Tayler, ex ufficiale dell’esercito britannico nella prima guerra mondiale, si era trasferito nell’attuale Iran dopo il matrimonio. Lì lavora come impiegato di banca, ma dopo pochi anni tutta la famiglia si sposta nella colonia britannica della Rhodesia meridionale (l’attuale Repubblica dello Zimbabwe, indipendente dal 1965) dove gestisce, con scarso successo, una coltivazione di mais.

È qui che Doris riceve la sua formazione scolastica. Prima in un convento cattolico, nonostante la sua famiglia fosse protestante. Poi in una scuola femminile. A tredici anni, però, arriva la svolta: decide di abbandonare l’istruzione ufficiale per proseguire, da quel momento, da autodidatta. Una vera e propria fuga dai banchi di scuola. La sua intenzione di diventare una scrittrice non era più un mistero, da almeno due anni. Doris bambina l’aveva dichiarata pubblicamente, proprio nel convento-dormitorio in cui era stata costretta a studiare, a soli 11 anni.

L’abbandono scolastico fece infuriare sua madre. Quando nel 2007, l’anno del Nobel, Lisa Allardice del Guardian le chiese del suo essere diventata una scrittrice, la Lessing rispose così: «Non ho avuto alcuna formazione o qualifica corretta, così ho dovuto fare la scrittrice. Che altro avrei dovuto fare?». Già. Per quella scelta controcorrente, i suoi lettori la ringraziano ancora.

Davide Gangale