Una giovane donna domina la scena vestita con un abito imperiale cinese. La avvolge una realtà orientale che le fa da sfondo e mondo, profondo e pervasivo come lo sguardo della ragazza fisso sullo spettatore. Nel 1916 il pittore austriaco Gustav Klimt ritraeva così Elisabeth Lederer: 109 anni dopo quello stesso quadro è stato acquistato all’asta di Sotheby’s a New York per 236,4 milioni di dollari. È l’opera d’arte moderna più costosa del mondo.
That’s a wrap on the historic Leonard A. Lauder, Collector Evening Auction.
We’ll take a short break before returning for The Now & Contemporary Evening Auction. pic.twitter.com/ZZ4QA6w3Cl
— Sotheby’s (@Sothebys) November 19, 2025
Sei pretendenti – Il nome completo del quadro è didascalico: «Ritratto di Elisabeth Lederer». Non era mai apparso prima nel mercato libero e la cifra di vendita è stata un record sia per la casa d’aste sia per l’artista. La base d’asta, che si è svolta il 18 novembre, era di circa 130 milioni di dollari. È stata una vera guerra al rilancio per accaparrarsi il capolavoro di Klimt: 20 minuti di lotta tra sei parti interessate fino a quando il martelletto ha indicato il vincitore che è però rimasto anonimo. A rendere così prezioso il quadro non è solo la mano di Klimt ma anche la rarità di grandi ritratti a figura intera come questo, soprattutto nel periodo artistico dell’austriaco tra il 1912 e il 1917. Dipinti come il ritratto di Elisabeth si trovano quasi tutti nei musei e quasi nessuno in mano a collezionisti privati. 
Un dipinto familiare – Elisabeth Lederer chiamava Klimt «zio», dopo la Seconda Guerra Mondiale, per salvarsi dalle deportazioni naziste, lo chiamerà anche «papà». In ogni caso, i due si conoscono fin da quando lei è una bambina, con più precisione nel 1899. Lei aveva cinque anni e la madre Serena Pulitzer, pronipote del noto giornalista, aveva commissionato al pittore un ritratto. Quell’opera si trova oggi al Metropolitan Museum of Art di New York e il legame familiare tra madre e figlia Lederer è innegabile: stessi occhi scuri, stessi lineamenti delicati. Serena però è vestita di bianco, si fonde quasi con lo sfondo, mostrando una chiara differenza con l’orizzonte blu accesso e la pavimentazione arancione che risvegliano l’occhio osservando il ritratto di Elisabeth. Apprezzamenti cromatici a parte, tra la famiglia Lederer e Klimt si instaura un rapporto ventennale che renderà Serena la più grande collezionista al mondo del pittore austriaco, oltre che sua mecenate. Nel 1914 chiede di ritrarre la figlia e nel 1916 Klimt regala al mondo una delle sue opere più belle. Quel ritratto sarà confiscato dai nazisti nel 1940, gli stessi che bruceranno l’intera collezione di famiglia per non farla finire nelle mani degli alleati. Molte opere si salvarono dal rogo tra cui proprio il ritratto di Elisabet Lederer, acquistato poi negli anni ’80 da Ronald Lauder.
Record e flop – A New York il «Ritratto di Elisabeth Lederer» è riuscito a rompere quasi tutti i record. Ha superato i 104,5 milioni che erano stati spesi per l’acquisto di «Birch Forest», un quadro dipinto sempre da Klimt e battuto all’asta nel 2022 nella sede londinese di Sotheby’s. L’austriaco è riuscito a eclissare anche il primato di Andy Warhol con «Shot Sage Blue Marilyn» comprato a 195 milioni. Il ritratto è diventato così il quadro più costoso dell’arte moderna ma non dell’arte in generale. Rimane imbattibile il «Salvator Mundi», attribuito a Leonardo da Vinci, aggiudicato per 450,3 milioni di dollari da Christie’s nel 2017. A deludere le aspettative da Sotheby’s è stato invece il water d’oro massiccio di Maurizio Cattelan, «America». È stato venduto a soli 12 milioni di dollari nonostante sia l’unico esemplare rimasto da quando l’altra copia dell’artista padovano è stata rubata dalla casa di Winston Churchill e mai più ritrovata.
Maurizio Cattelan’s ‘America’, a fully functional solid 18-karat gold toilet, sold for $12.1 million. pic.twitter.com/mX4priH75q
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Una settimana da 2,3 miliardi di dollari – L’evento a New York è chiamato anche November Marquee Week ed è una delle settimane cruciali per il mondo dell’arte a livello globale. Si è aperta con le prime due aste di Christie’s al Rockefeller Center con lotti di enorme peso storico artistico. Il bilancio finale è stato di 76 lotti venduti su un totale di 79 proposti e un incasso totale da 689,8 milioni di dollari. Il pezzo più costoso della prima asta, quella di Patricia e Robert Weis, è stato la grande tela solare «N. 31 (striscia gialla)» di Mark Rothko del 1958, acquistato per 62,2 milioni. In generale si stima che questi sette giorni potranno generare un valore aggregato vicino ai 2,3 miliardi di dollari, superando il 2024 con i suoi 1,6 miliardi.




