Si è spenta alla vigilia della Festa delle Donne Giovanna Cau, l’avvocatessa del cinema italiano. Avrebbe compiuto 97 anni l’11 marzo. Di lei il regista Ettore Scola, nel documentario di Marco Spagnoli “Giovanna Cau. Diversamente giovane” (2011) disse: «Lo studio legale di Giovanna Cau era un luogo di ritrovo, una specie di agenzia matrimoniale del cinema dove si combinavano unioni più o meno durature, fidanzamenti, divorzi». Parole che rendono pienamente giustizia al valore di questa piccola grande donna. Infatti, era più di un semplice avvocato: era agente, consigliera, amica e confidente di alcuni dei più grandi registi, attori e scrittori italiani come Alberto Moravia, Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Sofia Loren e Anna Magnani.

La vita – Giovanna Cau era nata l’11 marzo 1923 in una famiglia romana borghese. Nella sua vita due grandi passioni: il diritto e la politica, oltre naturalmente al compagno di oltre 30 anni di vita, lo psichiatra Emilio Benincasa Stagni, venuto a mancare nel 2007. Staffetta partigiana sul finire dell’occupazione di Roma, Cau apre il suo primo studio legale nel 1947 con il collega Stefano Barenghi. Mentre si faceva strada nella professione forense, allora prettamente maschile, Cau partecipa attivamente alla vita politica e sociale del Paese. Fu in prima linea nel movimento per il voto alle donne del 1946 e frequentò intellettuali e politici vicini all’area del Partito Comunista. Un impegno importante, che non mancò di raccontare in seguito con il suo immancabile umorismo: «Avevamo formato un gruppo per il voto alle donne, c’erano rappresentanti di tutti i partiti, come Rita Montagnani, Nilde Jotti, Nerina Scelba, Laura Ingrao. Il giorno in cui andammo tutte insieme alla Presidenza del Consiglio, da Bonomi, ricordo benissimo due uscieri in tight che, vedendoci passare, dissero “ammazzate che racchie”». Le sue conoscenze nel campo della cultura e dello spettacolo italiano la indirizzarono verso lo studio del diritto d’autore, di cui fu una delle più importanti esperte, e diventò un un autentico pilastro in un mondo, quello artistico, da sempre bisognoso di punti fermi.

Giovanna Cau con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, durante la consegna dei premi Vittorio de Sica 2015 a Roma

Gli ultimi anni – «Mi hanno presa perché ai miei clienti del cinema e della cultura ho fatto guadagnare un bel po’ di soldi e perché, da quando cammino con un bastone, ho imparato com’è difficile girare per Roma». Nemmeno in politica fece mancare il suo proverbiale humour. Dal 2001 al 2006 Cau occupò un seggio senatorio al Comune di Roma, dietro pressioni dell’allora sindaco Walter Veltroni, che le affidò la delega alle politiche culturali e all’attenzione ai disabili. Dopo una legislatura però preferì tornare al mondo dello spettacolo. Premiata sia dal David di Donatello sia dal sindacato dei giornalisti cinematografici, si distinse anche nel mondo del sociale a favore delle persone down. Un impegno su più fronti, durato sino all’ultimo giorno. «Continuo a lavorare, ho una bellissima vecchiaia, perché quando si continua a lavorare, si resta giovani».

Ciao GiovannaHa concluso il suo cammino terreno Giovanna Cau, avvocatessa, socio benemerito di Aipd nazionale. Aveva 97…

Pubblicato da Associazione Italiana Persone Down – AIPD Nazionale su Sabato 7 marzo 2020