«Alle prime luci dell’alba mia madre, Shirley Douglas, è morta a causa di complicazioni polmonari, non legate al coronavirus». Così su Twitter l’attore Kiefer Sutherland ha annunciato la morte di sua madre, l’attrice Shirley Douglas, che aveva da poco compiuto 86 anni. La star e attivista canadese era figlia di Tommy Douglas, ex primo ministro della provincia del Saskatchewan. «È stata una donna straordinaria che ha condotto una vita straordinaria. Tuttavia, già da alcuni anni aveva alcuni problemi di salute e sapevamo purtroppo che questo giorno sarebbe arrivato», ha concluso Sutherland nel suo messaggio.
— Kiefer Sutherland (@RealKiefer) April 5, 2020
La vita e la carriera – Nata nel 1934 a Weyburn, in Canada, Douglas si trasferì in Gran Bretagna per studiare recitazione negli anni ‘50. Diplomatasi alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra, ha poi ricoperto diversi ruoli in film, opere teatrali e serie televisive in Canada, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Tra le sue parti più significative si segnalano la sua comparsa nel film “Lolita” di Stanley Kubrick (1962), in “Dead Ringers” di David Cronenberg (1988) e nella serie televisiva “The path to 9/11” per la ABC, nei panni dell’ex segretario di Stato Madeleine Albright. Un ruolo importante lo ha avuto anche nel film “Shadow Lake” (1999), diretto da Carl Goldstein, che le è valso un Gemini Award per la migliore performance da attrice non protagonista. Nel 2003 è stata anche nominata ufficiale dell’Ordine del Canada, una delle più alte onorificenze del Paese, per il suo impegno nelle arti dello spettacolo. Una passione per il cinema che ha trasmesso anche a Kiefer e Rachel, i due figli avuti dal matrimonio con l’attore David Sutherland, durato dal 1966 al 1971. Ebbe anche un altro figlio, Thomas, da una precedente relazione con Timothy Emil Sicks. Dal 2009 Douglas era su una sedia a rotelle a causa di una malattia degenerativa alla colonna vertebrale.
L’attivismo – L’attrice canadese era anche nota per il suo attivismo politico. Le sue battaglie più celebri furono a favore dei diritti civili, con il sostegno alle Pantere Nere negli Stati Uniti, e del sistema sanitario pubblico canadese, introdotto dal padre. A fare scalpore fu soprattutto il gruppo di raccolta fondi chiamato “Friends of the Black Panthers”, che costituì mentre era a Los Angeles negli anni ‘60. Un attivismo che le costò caro, visto che nel 1969 venne arrestata per cospirazione per esplosivi non registrati e per molti anni le venne negato il permesso di lavoro negli Stati Uniti. Un impegno politico lodato persino dal padre che, come racconta un attivista dell’associazione “Peace Brigades International”, andò a Los Angeles per supportarla pubblicamente, quando seppe dell’arresto di Shirley. Nonostante il ruolo pubblico di leader federale del Nuovo Partito Democratico canadese, Tommy Douglas dichiarò: «Sono orgoglioso che mia figlia pensi, come me, che tutti i bambini, che siano Bianchi Repubblicani o Pantere Nere, debbano essere nutriti».