The Hustler – il trafficone – è morto. Larry Flynt, uno dei più influenti editori dell’industria pornografica, si è spento il 10 febbraio nella sua casa di Los Angeles, a seguito di una malattia. Aveva 78 anni. Lo ha annunciato il fratello Jimmy, con cui Larry ha condiviso gran parte delle sue avventure. Tra queste, l’apertura di numerosi locali a luci rosse, casìnò, canali televisivi per adulti e della rivista che lo ha reso celebre: The Hustler, una vera e propria pietra miliare del genere. Per via della sua attività, Flynt finì più volte davanti alla sbarra: difese la pornografia come libertà di espressione in numerosi processi, portandola fino alla Corte Suprema dove vinse sul reverendo Falwell che voleva censurarlo. Riuscì a pubblicare Jackie Kennedy senza veli nel 1975. Passò gran parte della sua vita su una sedia a rotelle a causa di un attentato che lo rese paraplegico nel 1978. Il regista Milos Forman lo racconta nel suo Larry Flynt – Oltre lo Scandalo del 1996. Negli ultimi anni offrì 10 milioni di dollari a chiunque avesse informazioni per mettere Donald Trump sotto impeachment.

Le impronte di Larry Flynt’s davanti al suo negozio Hustler a Hollywood.
Foto Ansa

L’ascesa del ribelle – La vita di Larry Flynt Jr. inizia il primo novembre a Salyersville, nel Kentucky, figlio di un veterano della seconda guerra mondiale. Dopo il divorzio dei genitori, si trasferisca nel 1952 ad Hamlet, nell’Indiana: è l’inizio della sua carriera da ribelle. Fughe da casa durante il liceo, passione per il poker già da giovanissimo e un certo amore per “l’andare oltre”: grazie a un certificato contraffatto riesce ad arruolarsi nell’esercito. Ha solo quindici anni. Lo racconta lui stesso nella sua autobiografia: Un Unseemely Man: My life As a Pornographer, Pundit and Social Outcast. Il trucco gli riesce due volte: dopo in primo congedo si arruola di nuovo in marina grazie allo stesso certificato fasullo. Finisce la carriera militare nel 1965.

Larry Flynt Foto Ansa

I sexy bar – Che fare, ora? L’intrattenitore. Con 1.800 dollari rileva il bar di sua madre. Non un grande successo a causa degli orari di lavoro logoranti e della clientela di infima qualità: troppi ubriaconi rissaioli non valgono l’anfetamina che assume per stare alzato. In fondo, il piacere è roba per palati raffinati e quella fetta di mercato troppo provinciale gli sta stretta. Meglio puntare sulla raffinatezza e sullo svago per le élite. È il 1968 quando insieme al fratello e alla sua futura moglie Althea Leasure (quarta di cinque matrimoni), Flynt fonda il primo Hustler Club a Dayton (Ohio). Offre uno spettacolo inedito, fatto di sensuali balletti e damigelle senza veli, che in breve tempo ha così tanto successo da incassare dai 75mila ai 100mila dollari l’anno. I soci aprono quattro club negli Stati Uniti e uno al di qua dell’oceano, nella spagnola Toledo.

Hustler – È il 1973, la crisi petrolifera. Gli Arabi decidono di chiudere i rubinetti del greggio agli Stati Uniti, che si trovano in recessione economica. Lo spettacolo offerto da Flynt è bello ma per molti non è essenziale: sempre meno abitueé frequentano l’Hustler club e tocca a Larry rimediare alla situazione. C’è la newsletter del locale, quella con cui si diffonde ciò che accade tra le luci soffuse dell’Hustler, a beneficio di chi ha bevuto troppo whiskey per ricordarselo. Si può ampliare quella. Fare un altro salto. Raggiungere un’enorme fetta di pubblico, pronto a godersi i frutti di quella rivoluzione sessuale iniziata con i figli dei fiori e culminata con Woodstock 1969. È la nascita di The Hustler, la più trasgressiva delle riviste trasgressive. Quella che sbatte in faccia ai lettori le vagine delle sue “modelle”, quella che nel 1975 fa conoscere al mondo le forme della ex-first lady Jacqueline Kennedy mentre prende il sole nuda. Uno dei più grandi colpi dell’affarista Flynt: le foto pagate 18mila dollari gli valsero la vendita di un milione di copie in una manciata di giorni (e l’acquisto di una villa).

I primi processi – Con un conto in banca cospicuo e una rivista oramai popolarissima (più le immagini diventano esplicite, più membri della working class ne comprano), Flynt si trova costantemente sotto i riflettori dell’opinione pubblica. E della legge. L’eminenza grigia è sempre la stessa: la sentenza Miller vs California che pone dei limiti (inaccettabili per Flynt) al primo emendamento della Costituzione Americana, quello che regola la libertà di espressione. Già nel 1976 arriva la prima condanna da parte della commissione anti-pornografia di Cincinnati (Ohio). Flynt si becca 25 anni, di cui ne sconterà solo 5 giorni grazie a un cavillo.

La sedia a rotelle d’oro di Larry Flynt crediti di Tonglenn (Wikipedia.it).

L’attentato – Flynt è davanti al tribunale quando viene colpito da alcuni spari insieme al suo avvocato. La colonna vertebrale è danneggiata in modo irreversibile. L’attentatore, Joseph Paul Franklin, già illustre membro del Ku Klux Klan confessa l’attacco anni dopo: gli viene inflitta la pena capitale per altri omicidi a danni di ebrei, coppie miste e afroamericani, ma non per la vicenda di Flynt e il suo avvocato. Larry, paraplegico dal 1978, si trova a cercare di calmare il dolore a furia di farmaci e droghe, che gli causano un ictus.

Il caso Falwell – La giustizia americana degli anni ’80 non gli dà tregua. Tuttavia, se le menomazioni fisiche non possono sopire lo spirito di Flynt, le corti hanno poche speranze di farlo. Due processi in particolare lo mandano nell’Olimpo dell'”oltre”: dopo un pronunciamento sfavorevole del 1983 della Corte Suprema legato alle attività di The Hustler, Flynt si rivolge ai giudici: «Sono otto stronzi e una fica a gettoni (Sandra Day O’Connor ndr)». Ritorna subito alla sbarra per oltraggio. Insomma, il contrario di quello che accadde nel celebre processo del 1988, che vede Flynt vincere davanti alla corte più alta contro il reverendo “televangelista” Jerry Falwell. La parodia in cui perde la verginità in un bagno con la madre non piace al buon Falwell, il quale dice di accusare un «grande stress emotivo». Non convince i giudici: i personaggi pubblici non possono essere emotivamente shockati dalla satira. È la più grande vittoria di Flynt, che in seguito dichiara di avere mantenuto con Falwell un grande rapporto di amicizia, «nonostante la merce che vendevamo».

L’attivista democratico – Flynt era un vero liberal, un vero democratico. Partito che regolarmente finanziava, con cui si è opposto alla guerra in Iraq del 2001 e con cui si è candidato qualche volta. Lo era anche durante il Sex Gate del 1998. Bill Clinton cercava di minimizzare l’accaduto con Monica Lewinsky (e il peso delle sue dichiarazioni ufficiali), Larry cercava a bella posta informazioni (provate) su qualunque politico repubblicano che si fosse intrattenuto in liaison sconvenienti. Offriva un milione di dollari. Un decimo rispetto a quello che nel 2017 mise sul tavolo per chiunque offrisse informazioni utili all’impeachment del presidente Donald Trump. Non le trovò e si accontentò di tributare un omaggio a The Donald: una parodia pornografica con il presidente come protagonista.