Leonardo DiCaprio

Leonardo DiCaprio è candidato come miglior attore protagonista alla 86° edizione degli Oscar che si terrà il 6 marzo al Kodak Theatre di Los Angeles

Aveva iniziato a recitare a diciassette anni, a novembre ne compirà quaranta, ma l’Oscar, per Leonardo DiCaprio, non è ancora arrivato. E dire che è dal 1994 che prova a salire sul palco degli Academy Awards, quando fu nominato come miglior attore non protagonista per Buon Compleanno Mr. Grape, film in cui DiCaprio, giovanissimo, interpretava il fratello ritardato di Johnny Depp. Non vinse né lì, né ai Golden Globes, e se non vinci con un film del genere è difficile riuscirci in seguito.

Tre anni dopo ci fu Titanic e DiCaprio diventò, per tutti, quello che muore congelato perché la tavola di salvezza era troppo stretta per due. Il film di James Cameron vinse 11 Oscar e guadagnò 1,8 miliardi di dollari, ma per DiCaprio fu un boomerang. Non ebbe neanche una nomination, e in compenso ci mise anni per uscire dal ruolo in cui era rimasto intrappolato. La faccia delicata, i capelli biondi e piatti, rendevano difficile immaginare, per lui, ruoli diversi da quello di fidanzato d’America: Leonardo DiCaprio sembrava destinato a fare come tutti gli attori mediocri, ripetere innumerevoli varianti di un medesimo personaggio.

A vent’anni da quel maledetto film, tutto si può dire di DiCaprio tranne che sia ripetitivo. Al contrario, è uno degli attori più eclettici di Hollywood, di certo il più bravo della sua generazione, e di film romantici, dopo Titanic, non ne ha girato neanche uno, con l’eccezione di J. Edgar, dove però la storia d’amore era tra due uomini e non finiva certo bene. Ci è voluto molto per essere preso sul serio da Hollywood, ancora di più se si tiene conto che subito dopo DiCaprio girò un flop clamoroso, The Beach, che finì anche sotto accusa da parte degli ambientalisti.

Negli anni l’immagine di DiCaprio è migliorata come un buon whisky, e oggi che si è capito che tutto può essere meno che un buon fidanzato – cambia partner con la stessa frequenza con cui escono i suoi film, una all’anno – in compenso è diventato vegetariano ed è conosciuto per il suo attivismo sul fronte della politica e dell’ecologismo.

La svolta nella carriera arrivò invece nel 2002, con Gangs of New York, il primo dei sei film che ha girato insieme a Martin Scorsese. L’ultimo, The Wolf of Wall Street, appena uscito in Italia, che parla sempre di New York e criminalità, è valso a DiCaprio la sua terza candidatura come miglior attore protagonista, dopo quella per The Aviator (2005) e Blood Diamond (2007). Vincerà? Anche questa volta, no. Con ogni, molte, probabilità, la statuetta andrà a Matthew McCounaghey, attore dal curriculum molto più mediocre che finora era comparso, lui sì, solo in commedie romantiche, ma che ha avuto il merito di azzeccare il film giusto al momento giusto. Così la sua interpretazione di un cowboy malato di Aids che combatte contro il monopolio dell’industria farmaceutica gli farà vincere quasi sicuramente l’Oscar. Un finale scontato per critici e bookmakers, tanto che se scommettete una sterlina ve ne danno indietro una e sedici penny.

Per Leonardo DiCaprio le possibilità sono date 11/2, appena dietro McCounaghey. Ancora secondo, nonostante nella sua carriera abbia lavorato con registi bravissimi – Clint Eastwood, Christopher Nolan, Steven Spielberg, Ridley Scott, Quentin Tarantino solo per citarne alcuni – e recitato in film che hanno sempre vinto tanto, sia al botteghino che agli Academy.

Ironia della sorte, McCounaghey fa anche una piccola parte in The Wolf of Wall Street.

Susanna Combusti