©RaiFiction

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Chi fu davvero Giorgio Ambrosoli? L’eroe borghese di Corrado Stajano o il servitore dello Stato che fa con normalità e semplicità il suo dovere descritto da Carlo Azeglio Ciampi? “Qualunque cosa succeda”, la miniserie televisiva di Rai Fiction presentata ieri alla Banca d’Italia di Milano, vuole rispondere a questa domanda e far conoscere al pubblico la storia di Ambrosoli.

Basata sul libro omonimo del figlio Umberto, la serie, in onda lunedì 1 e martedì 2 dicembre, ripercorre una delle storie del padre Giorgio. Avvocato milanese, Ambrosoli dal 1974 fu commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona e ne svelò la corruzione. Fu ucciso da un sicario l’11 Luglio 1979. “Ho scritto la storia di mio padre per farla conoscere ai miei figli e dargli un modello”, spiega Umberto. “Il mezzo televisivo consente di raggiungere i cittadini, insegnando il valore della responsabilità. Si tratta di una storia di responsabilità”.

“La miniserie – dice il regista Alberto Negrin – dedica grande attenzione alla vita familiare del protagonista e ricostruisce tutta la vicenda, senza censure. Ambrosoli indaga solo, contro le pressioni dei poteri occulti, e intorno a lui ci sono Andreotti, Cuccia, Sindona”. L’avvocato milanese è interpretato da Pierfrancesco Favino, che ha parlato così del suo ruolo: “La sua figura può essere di esempio ancora oggi, con i suoi valori di dovere e onestà. Valori alla portata della vita quotidiana di ognuno, ma su cui spesso hanno la meglio pigrizia e sete di ricchezza”.

Un eroe, quindi? “No, la parola eroe non è corretta”, dice Umberto Ambrosoli, “l’eroismo presuppone una disposizione volontaria ad azioni straordinarie e al sacrificio”. E Favino è d’accordo. “Non penso che Giorgio Ambrosoli volesse essere un eroe, avrebbe preferito essere vivo oggi. Ma la sua storia ci rende orgogliosi di essere italiani”.

Articolo di Antonio Lusardi. Interviste di Marta Latini


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