«Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni: nemmeno quest’anno sarò su quel palco. Mi sembrava strano». Il commento sarcastico del rapper Fabri Fibra, 37 anni, arriva su Facebook all’indomani dalla sua esclusione dall’evento organizzato dai sindacati dei lavoratori. «In effetti, l’invito entusiasta da parte di Marco Godano mi aveva sorpreso – continua l’artista – Era una bella novità. Invece poi non sono gli organizzatori che decidono chi suona in piazza». Chi lo decide? La richiesta di estromettere il cantante dalla manifestazione è arrivata da Donne in rete contro la violenza (D.i.R.e.), l’associazione nazionale dei centri contro la violenza sulle donne.
Al rapper di Senigallia vengono contestate due canzoni, ritenute portatrici di messaggi sessisti. I testi sono quelli di “Su le mani” del 2006 (che esorta le ragazze a “darla a tutti, anche ai cani”, altrimenti “te la strappo come Pacciani”, imputato nel processo del Mostro di Firenze) e “Venerdì 17”, che racconta dello stupro e dell’uccisione di una dodicenne ritrovata “con un taglio nell’intestino e le budella nel cestino”. «Nei miei testi forse non tutti ci leggono l’impegno politico o sociale necessario per eventi del genere», scrive ancora Fabri Fibra riferendosi al concerto di piazza San Giovanni. «Nel 2013, per …alcuni, il rap e i suoi meccanismi artistici sono ancora da interpretare e da capire fino in fondo. Nonostante il tentativo, non si fa nulla. Il Primo Maggio è ancora soggetto a certi schemi che in altri circuiti live non ci sono o comunque non ci sono più». Il rapper conclude magnanimo e con una promessa ai suoi fan: «Penso in ogni caso che i concerti siano una bella occasione per i ragazzi di vivere esperienze musicali reali. Ci vediamo comunque in tour quest’estate e quest’autunno».