Era quotato 1,02 alla Snai. Chi ha scommesso 10 euro sull’Oscar a Leonardo Di Caprio, ha guadagnato solo 20 centesimi. Alla quinta candidatura (con The Revenant, di Alejandro González Iñárritu) se lo aspettavano un po’ tutti. Eppure da giorni e fino all’ultimo istante, tutta l’attesa degli Oscar è stata scandita solo da incoraggiamenti all’attore: hashtag #OscarForLeo e #IoStoConLeo. A mezzanotte (ora locale), pochi minuti prima delle sei del mattino in Italia, la proclamatrice Julienne Moore ha sciolto il riserbo, lasciando a bocca asciutta Bryan Cranston per Trumbo, Matt Damon per The Martian, Michael Fassbender per Steve Jobs ed Eddie Redmayne per The Danish Girl.

Esultanze dal web, lacrime dalla sala per Kate Winslet, partner storica di Di Caprio e sua grande amica. Giù dal palco i due si sono sciolti in un abbraccio che ha fatto sognare i fan storici di Jack e Rose di Titanic. Tra gli applausi della platea il discorso di Leo ha ampiamente sforato i 45 secondi concessi a ciascun vincitore, ma nessuno ha avuto il coraggio di togliergli il microfono. Metà del tempo lo ha utilizzato per riaffermare il suo impegno sui cambiamenti climatici: “Mai dare per scontato il pianeta, io non ho dato per scontata questa notte e sono qui”. E va a vuoto chi prova a replicare che forse l’attore dovrebbe riflettere sui suoi viaggi in jet privati, non proprio un toccasana per l’ambiente.

Nella calca del dopo-Oscar pare abbia chiesto: “Dov’è mia madre?”. È a lei che è andato il suo primo pensiero, quella donna bavarese che era lì al Dolby Theatre di Los Angeles e che, racconta Di Caprio in una recente intervista, guidava per un’ora e mezza ogni giorno solo per portarlo in una scuola che lei considerava migliore delle altre. Finita la lunga cerimonia, Di Caprio è passato ai festeggiamenti. Prima al ristorante Argo e poi al party di Vanity Fair dove si è concesso un unico selfie, ma leggendario, con Steven Spielberg. A un certo punto poggia la statuetta per terra per controllare il cellulare. Dopo neanche 30 minuti di proclamazione, è così a suo agio con quel premio che è come se lo avesse vinto anni fa.

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Leonardo Di Caprio va al party di Vanity Fair con la madre Irmelin Indenbirken

Il premio come miglior attrice protagonista va a Brie Larson, superfavorita dai bookmaker ed elegantissima in un abito blu cobalto di Gucci. Durante la cerimonia ogni volta che viene proiettata una clip del film che l’ha portata a Los Angeles, Room di Lenny Abrahamson, si gira per dare un cinque o semplicemente sorridere al suo piccolo portafortuna: Jacob Tremblay, 9 anni, coprotagonista della pellicola.

Fino a un anno fa accettava qualsiasi ruolo, presentandosi a un provino dopo l’altro. Oggi è considerata l’erede di Jennifer Lawrence e la nuova scommessa di Hollywood. Per dire, Samuel L. Jackson l’aspetta in Vietnam per continuare a girare il loro nuovo film, Kong: Skull Island.

Angelica D’Errico