«Fu un altro Sessantotto, senza molotov e senza barricate, nell’estate rovente di Saint Tropez…Noi, i ragazzi italiani di Saint Tropez, per piacere, per conquistare, dovevamo lottare contro gli straricchi». Così si raccontava a Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera, nel libro autobiografico “Io, BB e l‘altro ‘68” del 2010.
Gigi Rizzi (classe 1944), attore, imprenditore e playboy piacentino, è morto dopo essere stato colpito da un malore domenica 23 giugno, nel giorno del suo 69esimo compleanno, mentre era a casa di amici in Costa Azzurra. Re della dolcevita, di lui si innamorarono le donne più belle degli anni Sessanta. A renderlo celebre, però, fu la storia nel 1968 con Brigitte Bardot, attrice e modella francese, icona bionda senza tempo. Negli anni Cinquanta, le fotografie in bianco e nero che lo ritraggono con BB mentre camminano a piedi scalzi, sorridenti e innamorati, fanno il giro del mondo.
Frequentatore della Costa Azzurra, da Cannes a Saint Tropez, Rizzi ha avuto una vera e propria carriera nel jet set e nei locali alla moda, abbracciato a cantanti e attrici, o a poco conosciute bellezze dell’alta società. Imprenditore lungimirante, fondò la discoteca Number One a Milano e a Roma (ndr. chiusa nel 1972 per il ritrovamento di cocaina), e firmò una propria linea di abbigliamento sportivo.
Lo sguardo allegro e sfrontato lo fece diventare anche attore: nel 1969 fece la prima comparsa nel film “La donna invisibile” di Paolo Spinola, poi ebbe parti in “La morte risale a ieri sera” (1970) di Duccio Tessari, “Roma bene” (1971) di Carlo Lizzani e “Ettore lo fusto” (1972) di Enzo Castellari.
Alla fine degli anni ’70 Rizzi si è ritirato in Argentina dove aveva acquistato un’azienda agricola per costruirsi una seconda vita dopo droga, gioco d’azzardo e problemi con la giustizia. Nel 2004 è tornato in Italia con la seconda moglie e in occasione del settantesimo compleanno di Brigitte Bardot, ha scritto al suo grande amore una lettera.
Silvia Morosi