Ripercorrere le rotte dei migranti in mare facendo le loro scelte. Rivivere le vicende di mille giorni di guerra in Siria. Viaggiare in prima persona sull’aereo caduto tra Ponza e Ustica nel 1980. La nuova frontiera del giornalismo si chiama newsgame, un modo di fare informazione che inserisce le notizie all’interno dei meccanismi dei videogiochi. Negli Stati Uniti i newsgames esistono già da qualche anno, ma l’obiettivo è di lanciare il genere anche in Italia. Tra i primi a sviluppare un progetto in tal senso c’è Info Data del Sole 24 Ore, che ha presentato lo stato dei lavori giovedì 4 aprile al Festival internazionale del giornalismo di Perugia.
Notizie da giocare – L’idea di offrire informazione attraverso i videogiochi è nata intorno al 2010 nelle università degli Stati Uniti.«La loro intuizione», spiega Luca Tremolada, giornalista del Sole 24 Ore, «è che scrivere un articolo e programmare un videogioco sono due attività simili: bisogna fare delle scelte sullo spazio da dare ai protagonisti, il contesto e le dinamiche di interazione». In Italia, esperimenti in questo senso sono addirittura precedenti. Nel 2006, la casa di produzione indipendente Molleindustria ha sviluppato McDonald’s videogame, un gestionale della multinazionale di fast food. «Quella era satira radical», dice Tremolata, «per vincere bisognava riempire le mucche di antibiotici e poi pagare gli uffici legali contro le richieste di risarcimento dei consumatori. Noi a Info Data invece vogliamo realizzare delle inchieste con con cui l’utente possa interagire». Per farlo, lo staff di data journalism del Sole 24 ore sta studiando le dinamiche di gioco di colossi come Fifa di Ea Sports. «Non vogliamo rendere notiziabile un videogioco, ma giocabile una notizia», conclude Tremolada.
#ijf19 "Con mappe e dati si possono anche scrivere degli editoriali"
Riccardo Saporiti all'incontro "Oltre il #datajournalism: newsgame, contesti e geni del male"
— La Sestina (@La_Sestina) April 4, 2019
Editoriali di numeri – Oltre al progetto ancora in divenire dei newsgames, Info Data sta mettendo a punto nuove tecniche per fare giornalismo con mappe e dati. «Ad esempio, gli editoriali», racconta Riccardo Saporiti, giornalista freelance che partecipa al progetto, «Quando Salvini voleva difendere gli 80 euro di Renzi, abbiamo elaborato una mappa in cui mostravamo che la maggior parte dei beneficiari veniva dal Triveneto, bacino forte del suo elettorato». Ma il data journalism serve anche per il fact checking di notizie false. Prosegue Saporiti: «Le ultime elezioni sono state giocate sulla minaccia dell’invasione da parte degli immigrati. Noi abbiamo scoperto che i Comuni in cui ha vinto la Lega sono quelli dove l’immigrazione è in calo».
Un primo passo – Il data journalism non può però essere un sostituto del giornalismo tradizionale. Piuttosto, il loro ruolo deve essere complementare. «Quella della geolocalizzazione è il primo passo», dice Tremolada, «ma poi i dati devono essere interpretati ponendosi le domande del giornalismo classico. Se due città molto vicine hanno comportamenti completamente opposti, scatta la seconda fase: fare telefonate e andare sul posto, per capire il perché di quei fenomeni così particolari».