Epa/Emma Mc Intyre

Era tesa, ma “la mano di Dio” è stata ignorata dall’occhio dei giurati. Il nuovo anno si è aperto con una delusione per l’Italia, quanto meno sul fronte cinematografico: la 79esima edizione dei Golden Globe, a torto o a ragione considerati un barometro dei premi Oscar, hanno assegnato il premio al miglior film straniero a Drive my car del giapponese Ryusuke Hamaguchi, beffando in extremis È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino: una grande amarezza per il cineasta napoletano, giunto al traguardo della cinquina finale in nomination. Tutti speravano in una riedizione dell’exploit del 2013, quando La grande bellezza si aggiudicò il Globe e l’Oscar del mese successivo, riportando in Italia una statuetta che mancava dal 1998: quando Sophia Loren consegnò il premio nelle mani di Roberto Benigni per La vita è bella. L’Italia esce sconfitta anche nella categoria “animazione”: niente da fare per il cartoon Luca del genovese Enrico Casarosa, sconfitto dalla commedia musicale Encanto diretta dal duo Jared Bush-Byron Howard. La parte del leone l’hanno comunque recitata Steven Spielberg (tre premi al suo West Side Story) e – soprattutto – Jane Campion, che con il suo western dark Il potere del cane si è aggiudicata il premio al miglior film, a ventotto anni dall’Oscar per Lezioni di piano.

Low profile – Niente red carpet né tv, solo una diretta Twitter per comunicare i vincitori. È stata una cerimonia a porte chiuse quella andata in scena il 10 gennaio dal Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills. Via il pubblico e la stampa, banditi al pari di tradizionali lustrini e paillettes. I premi sono stati assegnati quasi di nascosto, all’insegna di un basso profilo senza precedenti nella quasi ottantennale storia della kermesse. Il Covid però non c’entra. Le ragioni del dietrofront risiedono nello scandalo scoppiato a seguito di un’inchiesta al vetriolo del Los Angeles Times, che denunciava la corruzione e – soprattutto – la mancanza di inclusività dell’Hollywood Foreign Press Association, che organizza la manifestazione: uno solo dei suoi 87 giornalisti (una frazione minima rispetto al numero di giurati che decidono gli Oscar) sarebbe stato nero, secondo la testata californiana. La Nbc, che paga circa 60 milioni di dollari all’anno per i diritti televisivi, ha allora deciso di rinunciare alla trasmissione della cerimonia, dopo che nessuna celebrità aveva confermato la propria presenza per paura di danni alla propria immagine, nemmeno quelle candidate a ricevere un premio, e il pesante J’accuse di personalità come le attrici Dakota Johnson e Laura Dern. La cerimonia si è quindi svolta all’insegna della più totale sobrietà, ed è stata inframezzata soltanto dagli interventi dei rappresentanti delle varie onlus e organizzazioni no-profit che sponsorizzate della Hfpa, che – con un certo impaccio – hanno cercato di correre ai ripari di testimoniando l’impegno civile dell’associazione. «Abbiamo molta strada da fare – ha dichiarato la vicepresidente della Hfpa, Hellen Hoehne – la rappresentanza dei giornalisti neri è vitale».

Vincitori e vinti –  Sorrentino non è l’unico ad avere masticato amaro nella notte di Beverly Hills: anche Pedro Almodovar, in lizza con il suo Madres paralelas si è visto sfuggire il riconoscimento per il miglior film straniero, andato all’adattamento cinematografico di un racconto di Haruki Murakami. A destare particolare scalpore il caso di Don’t look up: la commedia fantascientifica di Adam Mc Kay, che annovera nel cast icone come Leonardo di Caprio e Meryl Streep, era candidato a ben cinque statuette, non vincendone però nessuna alla resa dei conti. Grande lo stupore tra gli addetti ai lavori, che lo immaginavano asso pigliatutto in ottica degli Oscar imminenti. Tra i promossi, invece, c’è sicuramente la neozelandese Jane Campion: dopo la vittoria di Chloé Zhao per Nomadland lo scorso anno, è ancora una donna ad alzare la statuetta come miglior regista. Menzione speciale per la star di Squid Game O Yeong-su, che ha vinto il suo primo premio in carriera come miglior attore non protagonista alla non verdissima età di 77 anni: premiata la sua interpretazione di Oh II-Nam nella fortunatissima serie.

Di seguito tutti i vincitori (i vincitori in grassetto)

Miglior film drammatico
Belfast
Coda
Dune
King Richard – Una famiglia vincente
Il potere del cane

Miglior film commedia o musical
Cyrano
Don’t Look Up
Licorice Pizza
Tick, tick… Boom!
West Side Story

Miglior regista
Kenneth Branagh – Belfast
Jane Campion – Il potere del cane

Maggie Gyllenhaal – The Lost Daughter
Steven Spielberg – West Side Story
Denis Villeneuve – Dune

Miglior attore in un film drammatico
Mahershala Ali – Il canto del cigno
Javier Bardem – Being the Ricardos
Benedict Cumberbatch – Il potere del cane
Will Smith – King Richard. Una famiglia vincente

Denzel Washington – The Tragedy of Macbeth

Miglior attrice in un film drammatico
Jessica Chastain – Gli occhi di Tammy Faye
Olivia Colman – La figlia oscura
Nicole Kidman – Being the Ricardos

Lady Gaga – House of Gucci
Kristen Stewart – Spencer

Miglior attore in un film commedia o musical
Leonardo DiCaprio – Don’t Look Up
Peter Dinklage – Cyrano
Andrew Garfield – tick, tick… Boom!

Cooper Hoffman – Licorice Pizza
Anthony Ramos – Sognando a New York – In the Heights

Miglior attrice in un film commedia o musical
Marion Cotillard – Annette
Alana Haim – Licorice Pizza
Jennifer Lawrence – Don’t Look Up
Emma Stone – Crudelia
Rachel Zegler – West Side Story

Miglior attore non protagonista
Ben Affleck – The Tender Bar
Jamie Dorman – Belfast
Ciarán Hinds – Belfast
Troy Kotsur – Coda
Kodi Smit-McPhee – Il potere del cane

Miglior attrice non protagonista
Caitriona Balfe – Belfast
Arianna DeBose – West Side Story

Kirsen Dunst – Il potere del cane
Aunjanue Ellis – King Richard. Una famiglia vincente
Ruth Negga – Passing

Miglior sceneggiatura
Paul Thomas Anderson – Licorice Pizza
Kenneth Branagh – Belfast

Jane Campion – Il potere del cane
Adam McKay – Don’t Look Up
Aaron Sorkin – Being the Ricardos

Miglior colonna sonora
Alexandre Desplat – The French Dispatch
Germaine Franco – Encanto
Jonny Greenwood – Il potere del cane
Alberto Iglesias – Madres paralelas
Hans Zimmer – Dune

Miglior canzone originale
Be Alive – King Richard – Una famiglia vincente
Down to Joy – Belfast
Every Letter – Cyrano
Here I Am (Singing My Way Home) – Respect
No Time to Die – No Time to Die

Miglior film d’animazione
Encanto

Flee
Luca
My Sunny Maad Raya and the Last Dragon

Miglior film in lingua non inglese
Drive my Car

È stata la mano di Dio
A Hero
Madres paralelas
Scompartimento n. 6