“Un nuovo format televisivo che, divertendo, insegni ai giovani i meccanismi umoristici antichi e, quindi, intramontabili della grande canzone napoletana”, così Renzo Arbore ha presentato, oggi 10 dicembre al Blue note, il suo nuovo show, GuardaStupisci, Modesta e Scombiccherata Lezione sulla Canzone Umoristica Napoletana, in onda in prima serata il 12 e 19 dicembre su Rai 2.

Il format e il cast – Il programma ripropone la formula del doppio appuntamento serale affidato al rodato trio di conduzione Arbore-Nino Frassica-Andrea Delogu, reduci del successo di Indietro tutta 30 e l’ode, trasmesso nel dicembre 2017 sempre da Rai 2.
La scenografia della nuova trasmissione trasferisce l’aula universitaria intitolata a Totò, disegnata da Alida Cappellini e Giovanni Licheri, nel centro di produzione televisiva Rai di Napoli facendola diventare “un’aula a mare”, dove il grande repertorio che ha reso la canzone umoristica napoletana famosa nel mondo verrà presentato alle generazione dei centennials, i nati dopo il 1995
Gli studenti, tutti ventenni scelti dalle università e accademie della Campania specializzate in discipline dello spettacolo, saranno guidati dalla professoressa Delogu alla scoperta degli ospiti che si alterneranno nel corso delle due serate. Cantanti, attori, il passato e il presente dello spettacolo italiano, tratteranno ognuno, tra aneddoti e sketch, un genere della musica umoristica partenopea. Da Gigi Proietti, Lino Banfi, Enrico Montesano, Lello Arena, Marisa Laurito a Stefano Bollani, Enzo De Caro, Teo Teocoli, Vittorio Marsiglia e Tullio De Piscopo. Ad accompagnarli l’Orchestra Italiana, dal 1991 presenza immancabile negli show del cantante foggiano.

L’umorismo antico che salva dal revival – «Guarda…Stupisci», come Indietro tutta 30 e l’ode, non segue, spiega Arbore, il filone dell’effetto nostalgia su cui investe ultimamente la televisione italiana.
Lo show, di cui Arbore è anche autore, insieme a Nino Frassica, Ugo Porcelli, Giovanna Ciorciolini e Gino Aveta, con la regia di Luca Nannini, punta a cucirsi una veste attuale in grado di intercettare con finalità didattiche i gusti delle generazione più giovani. La chiave, secondo il cantautore pugliese, è la verve ironica dichiarata fin dal titolo, un motivetto della canzone napoletana Agata, tutta giocata su una serie di doppi sensi. E la scelta di canzoni che non sono «vecchie» ma «antiche», capaci di essere sempre attuali proprio perché il loro umorismo non si esaurisce nel continuo riferimento all’attualità.