New York e Città di Castello celebrano il più grande artista italiano dell’Informale materico. A cent’anni esatti dalla nascita, due importanti eventi ripercorrono la carriera di Alberto Burri, nella città dove nacque e in quella dove la sua opera viene da sempre ammirata.

E’ la Fondazione Burri ad annunciare la mostra del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, dal prossimo 9 ottobre fino al 6 gennaio 2016: “Alberto Burri: The Trauma of Painting”. Sarà la più grande retrospettiva dedicata all’artista italiano allestita negli Stati Uniti negli ultimi 38 anni. L’ultima risaliva al 1977, quando ad organizzarla fu la Frederick S. Wight Art Gallery della University of California a Los Angeles.

Non solo i celeberrimi Sacchi. Tra le cento opere in mostra sarà possibile ammirare anche le serie meno note al pubblico americano dell’artista umbro. Cretti, Muffe, Legni e le bellissime Combustioni Plastiche. In un vero collage modernista, Burri è riuscito ad assemblare questi materiali non convenzionali in componimenti materici che superano la superficie dipinta, influenzando così anche l’Arte Povera, il Neo Dada e la Process Art.

Ma gli incontri nel centenario della nascita dell’artista non si fermano qui: a Città di Castello, città che gli diede i natali il 12 marzo 1915, il 26 e 27 giugno si svolgerà un convegno-mostra, che riunirà a Palazzo Albizzini (sede della Fondazione Burri) direttori di musei, istituzioni e artisti, le cui opere ispirate al padre dell’Informale saranno esposte a Palazzo Vitelli a Sant’Egidio.

Clara Amodeo